ARTICOLI CONTRO L'ABORTO-ARTICOLI CHE DICHIARANO L'ABORTO UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'-ARTICOLI CHE SPIEGANO CHE IL FETO E' UNA PERSONA DOTATA DI UN'ANIMA SPIRITUALE.

sabato 23 febbraio 2008

RU486: LA PILLOLA PER L'ABORTO CHIMICO

Ru486: la pillola per l'aborto chimico

di Stefano Caredda/ 26/09/2005

La chiamano "pillola del mese dopo", è usata per ottenere un aborto chimico nei primi 49 giorni di gravidanza. Ecco come funziona e quali questioni suscita la pillola periodicamente al centro dell'attenzione dei media italiani.

Pillola contraccettiva, pillola del giorno dopo, pillola abortiva. Fin troppo facile fare confusione. Analizziamo allora come funziona la pillola abortiva Ru486, la cui sperimentazione è partita nel nostro paese nel settembre del 2005. Come funziona e cosa comporta.


I metodi abortivi – La Ru486 è una pillola che consente l’effettuazione di un aborto chimico, senza il ricorso, cioè, all’intervento chirurgico. E’ dunque un metodo che agisce a gestazione già iniziata, e che viene prescritto – nei paesi nei quali è legale – nel periodo di tempo precedente le sette settimane (49 giorni) di gravidanza, calcolate a partire dal momento dell’ultima mestruazione (il che equivale mediamente alla quinta settimana di vita dell’embrione). E' una tecnica cosiddetta “contragestativa”, volta cioè a provocare il distacco dell’embrione annidato in utero (con conseguente sua morte ed espulsione). Non va perciò confusa con la “pillola del giorno dopo”, esempio di metodo intercettivo, cioè di strumento volto ad impedire l’impianto stesso dell’embrione in utero. La pillola del giorno dopo (che è assunta entro le 72 ore dal rapporto sessuale) agisce cioè nei primissimi istanti di vita dell’embrione: se (e sottolineiamo se) c’è stata l’unione dell’ovulo e dello spermatozoo, la somministrazione della pillola del giorno (in Italia Norlevo) impedisce all’utero di prepararsi per l’accoglimento dell’embrione, che al momento opportuno non troverà terreno fertile e morirà. La pillola del giorno dopo dunque NON è un farmaco contraccettivo (anche se è presentato come “contraccettivo d’emergenza”), ma è un farmaco “potenzialmente abortivo”. La sua mission, il suo scopo primario è proprio quello di impedire l’impianto in utero di un embrione già formato (vedi qui per approfondire il funzionamento della pillola del giorno dopo).



La Ru486 - della quale si parla in questi giorni - è invece, per chiarirci, la “pillola del mese dopo”. Essa agisce dopo l’annidamento dell’embrione, provocando il distacco di quest’ultimo dalla parete uterina e dunque la sua morte. Il principio attivo della Ru486 è il mifepristone, che – tecnicamente – è classificato come “antiprogestinico”, poiché agisce da “antagonista recettoriale del progesterone”. Spieghiamoci, e semplifichiamo. Per tutta la gravidanza un ruolo fondamentale è svolto da un ormone, il progesterone (è famoso, ed è noto appunto come “ormone della gravidanza”). E’ lui che – fra le altre cose - prepara l’utero per l’arrivo dell’embrione ed è lui che blocca l’ovulazione per tutto il periodo della gravidanza. Con la pillola Ru486, cioè con il mifepristone, si bloccano i recettori del progesterone (insomma, si impedisce al progesterone di funzionare) e si provoca, con il passare delle ore, lo sfaldamento della parete uterina. E’ – appunto – una interruzione chimica della gravidanza. L’embrione, non più nutrito, muore. La conseguente emorragia comporterà fra l’altro l’espulsione dell’embrione, di quello che nel linguaggio asfittico della burocrazia è chiamato “prodotto del concepimento”. Questo processo di espulsione è favorito dalla somministrazione di prostaglandine, che accentua l’azione abortiva stimolando le contrazioni uterine e il distacco dell’embrione.

La pillola Ru486 propriamente detta è quella che blocca l’ormone della gravidanza e che viene assunta in una unica dose, o più frequentemente in due o tre dosi a poche ore l’una dall’altra, per un totale di 600 mg. Due o tre giorni dopo viene associata la prostaglandine, che ha il compito, come detto, di “garantire” l’effetto abortivo, giacché in caso di fallimento la Ru486 può causare gravissime malformazioni al feto. Ed è questo anche il motivo per cui la donna viene sempre visitata: occorre appurarsi che vi sia stata l’espulsione del figlio non voluto. Se l’aborto non riesce chimicamente, l’interruzione di gravidanza sarà attuata con il comune intervento chirurgico.

Da quanto detto appare chiaro che l’aborto non avviene nel preciso momento in cui è assunta la pillola, ma in un momento successivo, che non è possibile determinare di preciso. Se la donna prende la pillola in ospedale e viene dimessa, l’aborto avverrà fuori dal contesto ospedaliero. Un aborto a domicilio. L’emorragia che segnala la fine della gravidanza e la stessa espulsione dell’embrione avvengono cioè senza il diretto controllo del medico.


Domande - Una pillola che semplifica le procedure ospedaliere, che viene presentata come una conquista per le donne, finalmente in grado di evitare l'intervento chirurgico. Eppure - detto che il metodo utilizzato non cambia la considerazione dell'atto in sé - davvero una simile privatizzazione dell'aborto comporta un sollievo per la donna? Davvero la Ru486 è sinonimo di minore sofferenza psicologica, oltre che fisica? Davvero un aborto lento e graduale è sinonimo di maggiore tranquillità? Oltre ai problemi fisici che la pillola, per il suo essere devastante nel corpo della donna, ha e continuerà ad avere, sono altre le questioni che vengono poste sul tappeto. Questioni sempre attuali e sulle quali l'opinione pubblica è spaccata. Ru486: la pillola della discordia.


24/09/2005 - Ru486: fatti e domande sulla pillola della discordia




http://www.korazym.org/news1.asp?Id=14769

Nessun commento: