ARTICOLI CONTRO L'ABORTO-ARTICOLI CHE DICHIARANO L'ABORTO UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'-ARTICOLI CHE SPIEGANO CHE IL FETO E' UNA PERSONA DOTATA DI UN'ANIMA SPIRITUALE.

venerdì 22 febbraio 2008

ABORTO:LA PSICOLOGA

La relazione tra aborto e salute mentale è un'area particolarmente controversa e discussa anche da un punto vista psicologico. Molti studiosi sostengono che l'aborto sia associato a fattori psicologici di rischio non più di quelli che potrebbero emergere in una donna che decida di portare a termine una gravidanza indesiderata. Altre ricerche invece riportano una correlazione tra aborto ed effetti psicologici negativi, anche se non è stata riscontrata una relazione causale.
Rare le reazioni gravi - Elementi importanti che possono aumentare la sofferenza dovuta all'aborto sono i fattori preesistenti nella vita di una donna, come l'attaccamento emotivo alla gravidanza, la mancanza di supporto sociale, disturbi psichiatrici ed un concetto di vita conservatore. L'American Psychological Association sostiene che "severe reazioni negative (dopo un aborto) sono rare e sono in linea con i fattori che di norma generano stress".
La "sindrome post-aborto" - Alcuni studiosi parlano anche di una Post-Abortion Syndrome (PAS), disturbo però non riconosciuto da alcuna associazione medica o psicologica. Essa è considerata una variante del Post-Traumatic Stress Disorder (PTSD) ed i suoi sintomi sono: ansia, depressione, disturbi dell'alimentazione, disturbi ossessivi, relazionali, della sfera sessuale, del sonno, perdita della stima di sé fino all'ideazione suicidaria, disturbi somatici, incremento o inizio dell'assunzione di droghe o alcol.
È sempre un evento negativo - Anche non prendendo in considerazione l'esistenza della PAS, abortire per una donna può significare subire un brutto colpo alla propria femminilità e autostima, tanto da provare senso di fallimento, vergogna, sensi di colpa, depressione, collera. Tali sensazioni possono non comparire subito, ma dopo un certo lasso di tempo. Al contrario, nel periodo immediatamente successivo all'Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) la donna può sperimentare una riduzione dello stress sorto a causa della gravidanza indesiderata.
Si moltiplicano i timori - Possono anche non comparire sintomi specifici quali quelli sopra elencati, ma si sviluppano rischi relativi ad eventi stressanti quali: nuova gravidanza, aborto spontaneo, perdite affettive, eccetera.
Personalità predisposte a conseguenze negative - In generale, esistono dei predittori delle conseguenze più o meno negative dell'aborto quali tratti di personalità caratterizzati da impulsività, attaccamento, dipendenza, difficoltà nelle relazioni interpersonali, conflitti religiosi e culturali. Molto spesso colei che decide di abortire viene colta di sorpresa da sentimenti istintivi legati alla perdita, tanto da non essere in grado di affrontarli.
I condizionamenti della società - L'IVG è sempre un evento traumatico per la donna in quanto fa rimettere in moto dinamiche legate alla sessualità, alla femminilità, al rapporto con il partner, eccetera. Lo stress successivo all'evento sarà tanto maggiore quanto più sarà percepita come significativa la rappresentazione sociale rispetto all'ideologia comune e alla risonanza che l'evento ha sull'ambiente che circonda la donna.
Il legame con l'embrione - Da numerosi studi è emerso che l'attaccamento emotivo verso il feto è già presente durante le prime settimane di gravidanza. Ciò avviene anche nelle donne che hanno deciso di abortire, in quanto si tratta di processi psicologici inconsci e totalmente inconsapevoli.
Lutto e rimorsi - Molte donne che abortiscono provano una sofferenza paragonabile a quella di una madre che perde un figlio, con la differenza che i sensi di colpa associati alla volontarietà dell'IVG complicano ed ostacolano l'elaborazione del lutto. Per questo motivo quando una donna deve decidere se abortire vive emozioni contrapposte e dolorose.
La vicinanza dei propri cari - È quindi di grande importanza il supporto che la donna riceve in questi momenti: le figure a lei vicine (partner, genitori, amici, infermieri, medici, ecc.) possono avere grande influenza su di lei e sulle sue decisioni future; pertanto è fondamentale che agiscano con senso di responsabilità e consapevolezza. Ad esempio, la presenza del partner può essere un valido aiuto nell'affrontare lo stress derivante dall'aborto; così come è importante che la donna senta vicini i genitori.
In ospedale - Cosa può fare il personale infermieristico e medico? Prima di tutto è basilare che vi sia un riconoscimento sociale del lutto, in quanto spesso la sofferenza dovuta alla perdita di un possibile figlio per l'aborto è sottostimata, ignorando anche che spesso già è presente un legame tra il feto e la madre.
Aiuto in caso di incertezza - Un passo importante per aiutare le donne ad affrontare un aborto e prevenire eventuali difficoltà a livello psicologico consiste nello svolgere un buon counseling che serva da supporto, qualsiasi sia la decisione che la donna prenderà rispetto al feto. È bene infatti che per prima cosa si considerino i rischi ed i benefici di un aborto e le eventuali complicazioni; è essenziale dare alla donna l'opportunità di esprimere le proprie emozioni riguardo alla possibile scelta di abortire.
Rivolgersi al consulente - Il counseling può aiutare nel prendere la decisione giusta, nel valutare un futuro programma contraccettivo e nel verificare quali sono i propri valori e priorità. La British Association for Counselling and Psychotherapy afferma che "qualunque donna scelga di avere un aborto dovrebbe essere libera di scegliere il counseling per avere un aiuto nell'affrontare le conseguenze emotive. Questo fa parte del diritto di scelta di una donna".
Le alternative - È importante anche capire le esigenze femminili rispetto alla decisione di abortire ed eventualmente illustrare valide alternative, come ad esempio, nel caso di una donna sola con difficoltà economiche, aiutarla nel trovare una casa, vestiti, cure mediche, assistenza legale, supporto finanziario, fornendole anche informazioni sull'adozione. Offrendo una reale e tangibile assistenza si possono aiutare molte donne a capire di non dover necessariamente scegliere tra la loro vita e la vita del bambino.

Donne informate - Inoltre, i medici dovrebbero esprimere con chiarezza tutte le informazioni inerenti all'aborto cercando di creare un'atmosfera che faciliti l'esplorazione e l'espressione dei propri sentimenti.
Suggerimenti - Una donna che decide di abortire è una donna che ha bisogno di esprimersi e di essere ascoltata da chi le sta accanto. Per questo motivo consiglio a tutte coloro che sono in procinto di intraprendere la strada dell'aborto:
- di chiedersi e di capire bene quali sono i reali motivi che le spingono a prendere questa decisione;
- di immaginare di portare a termine la gravidanza e di fantasticare sulla propria vita alla scadenza dei 9 mesi. Quali sentimenti ed emozioni scaturiscono da tale fantasia?
- di farsi illustrare con chiarezza dal personale medico la procedura per l'IVG;
- di rivolgersi ad uno psicologo per un supporto emotivo sia nel caso permanga la decisione di abortire sia nel caso in cui invece vi sia una rinuncia e si decida di tenere il bambino.
Le polemiche peggiorano la situazione - Le attuali polemiche sulla condizione di chi si trova protagonista di un evento quale l'aborto possono aggravare ancor di più quei sintomi legati al periodo successivo all'IVG, se non supportata adeguatamente da un'attività di counseling multidisciplinare. Si pensi a quali conseguenze psicologiche potrebbero andare incontro le donne che decidono di abortire se si creasse un clima persecutorio nei loro confronti.
A mio avviso è necessario che vi sia più informazione sull'aborto ed una maggiore consapevolezza sulle conseguenze di tale atto, oltre che un'adeguata prevenzione ed una maggiore conoscenza della contraccezione.
Elisabetta Rotriquenz
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