ARTICOLI CONTRO L'ABORTO-ARTICOLI CHE DICHIARANO L'ABORTO UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'-ARTICOLI CHE SPIEGANO CHE IL FETO E' UNA PERSONA DOTATA DI UN'ANIMA SPIRITUALE.

martedì 15 gennaio 2008

UN BIMBO SOPRAVVISSUTO ALL'ABORTO TERAPEUTICO

Un bimbo sopravvissuto
all’aborto "terapeutico"


Vi presentiamo una storia che si è svolta in Italia, a Pavia. Ma che avrebbe potuto svilupparsi benissimo anche da noi, in Svizzera.

Quella degli esami prenatali è, infatti, ormai una pratica quotidiana in medicina. Fin tanto che gli accertamenti sono finalizzati a mettere in luce patologie curabili del bambino o della madre non c’è nulla da ridire al riguardo. Spesso, però, le indagini non sono volte a curare ma a permettere l’eliminazione del bambino prima della nascita. La cosiddetta soluzione "eugenetica" (aborto in caso di presunta malformazione o malattia del bambino) è purtroppo realtà corrente anche nel nostro paese, spesso nascosta sotto la giustificazione pietosa di un accresciuto rischio suicidale per la madre.

Intendiamoci: nessuno vuole negare l’angoscia che può provocare nella madre e nella famiglia la prospettiva di avere un figlio malformato o malato. E non è neppure da tutti di essere pronti ad assumersi le fatiche e le difficoltà legate ad una simile ipotesi. Ciò nonostante non si può mai dimenticare che quello che si elimina con l’aborto "terapeutico" è un bambino, per quanto piccolo e indifeso sia. Che, oltretutto, non è spesso neppure malato o malformato.

«Non ha la malformazione al cervello che era stata ipotizzata in gravidanza, c’era una piccola emorragia ma nessuna malformazione.» Il professor Giorgio Rondini, primario della Divisione di patologia neonatale e terapia intensiva del Policlinico San Matteo di Pavia, e la sua équipe hanno da 15 giorni in cura il piccolo sopravvissuto all’aborto "terapeutico" e rifiutato dalla madre. Una buona notizia dietro la quale emerge una drammatica verità: quel bimbo era stato condannato a morte per un male che non aveva.

Spiega Rondini: «Abbiamo riscontrato un’emorragia cerebrale, un piccolo versamento non di tipo malformativo che però poteva simulare all’ecografia l’ipotesi di un idrocefalo (malformazione che impedisce la circolazione del liquor cerebrale, che si accumula e danneggia lo sviluppo del tessuto cerebrale).»

La sorpresa al momento della nascita pretermine che per quel bambino doveva essere la morte: il bimbo non solo era vitale ma anche normale. «Ha subito risposto alle terapie intensive oggi previste» dice Rondini. «E a 15 giorni dalla nascita è ancora in vita. Per essere sicuri che ce la faccia bisogna però attendere un mesetto. Soltanto dopo le 30 settimane gestazionali avremo la certezza di averlo salvato e la possibilità di valutare eventuali danni legati a questa sua nascita pretermine».

Il bambino, che in reparto tutti chiamano affettuosamente "il piccolo", non ha ancora un nome e continua la sua battaglia per la vita: pesa circa 800 grammi, le sue condizioni sono in leggero miglioramento, ma lo stato generale rimane critico. Non si tratta comunque di una sopravvivenza "miracolosa". Rondini parla chiaro: «Oggi sempre più spesso accade che bambini nati pretermine, a 25 settimane di gestazione (180 giorni di vita nell’utero materno), sopravvivano se assistiti (così come obbliga la legge, la morale, la deontologia) con le moderne tecniche. Dieci-quindici anni fa sarebbero morti dopo qualche ora. Attualmente, invece, oltre il 60% dei nati alla 25ma settimana di gestazione sopravvive. Il limite in cui non c’è alcuna possibilità di farcela è sceso alla 23ma settimana (161 giorni). Occorre quindi rivedere il limite di età vitale del bambino: dai 180 giorni finora considerati a 161 giorni. Sarebbe bene che leggi e istituzioni si adeguino.»

La normativa italiana prevede che se c’è possibilità di vita autonoma del bambino, il medico deve tutelarla. Anche l’iniqua legge 194, in un simile frangente, prevede infatti l’aborto solo in caso di pericolo di vita della madre.


http://www.benmelech.org/aborto/articolo-sav-03-99.htm

ABORTISCE-E IL PRIMARIO UCCIDE IL NEONATO

Abortisce,
e il primario uccide il neonato


MARCO DEGL’INNOCENTI da Francoforte

Un primario ginecologo di una città della Sassonia, ex Germania Orientale, è stato sospeso dall’incarico ed incriminato per aborto illegale e sospetto omicidio. Il medico è accusato di aver volontariamente soffocato, appena dopo l’intervento che l’aveva prematuramente liberato del grembo materno, un feto di sette mesi, ritenuto dal ginecologo ormai privo di funzioni vitali e che, invece, stando ai membri dell’équipe che lo assisteva, presentava ancora segni di vita.

Sospetti anche sulla diagnosi del medico causa dell’intervento:
non è certo che il nascituro soffrisse di nanismo

Una donna di 24 anni, impiegata in un’agenzia d’assicurazione, giunta al settimo mese di gravidanza, si era sentita raggelare dalla diagnosi dei medici: il piccolo che aveva in grembo dimostrava i segni di una condrodistrofia, del nanismo. La donna ed il marito, un influente imprenditore di Dresda, avevano deciso di ricorrere all’interruzione della maternità, nonostante l’avanzatissima gravidanza. I medici di alcuni ospedali interpellati, sia a Dresda, sia nella stessa Berlino, si erano rifiutati di praticare l’aborto: soltanto alla presenza di certo ed immediato pericolo di vita per la madre è, infatti, consentito interrompere la gravidanza di un feto al settimo mese. Alla fine, il dottor Steffen O., 61 anni, primario del reparto ginecologia ed ostetricia dell’ospedale di Zittau, ha accettato di intervenire. Il raccapricciante racconto di quanto si presume sia accaduto nella sala parto dell’ospedale è contenuto nei verbali della procura della Repubblica di Gorlitz, e riferiti dal quotidiano Bild.

Con la gestante sul lettino, il dr. O. avrebbe detto ai colleghi della sua équipe: «Il piccolo non ha più le funzioni vitali, per questo la gravidanza verrà interrotta». Ed è intervenuto sulla donna con un parto cesareo. Il feto, apparentemente senza vita, è stato portato da un anestesista in una stanza adiacente la sala parto. Dopo un quarto d’ora, però, l’esserino è sembrato all’improvviso dare, sia pur impercettibili, segni di vita e una dottoressa ha avviato subito la rianimazione. A questo punto, accortosi di quanto stava succedendo, il primario avrebbe strappato a forza il minuscolo feto alla collega, e lo avrebbe soffocato premendo le inani sul naso e sulla bocca: dopo alcuni minuti il corpicino non manifestava più alcun segno di vita. Fin qui il racconto, pur nel linguaggio burocratico della denuncia della magistratura, della sconvolgente tragedia.

La scena, terribile, è stata riferita alle autorità di polizia e ai giudici dagli stessi colleghi del primario, che lo hanno denunciato. Il medico non ha fornito ancora la sua versione. Anche i risultati delle indagini mediche eseguite sul feto sono ancora incompleti. Non sono ancora chiarite, innanzi tutto, le cause precise della morte del feto, pur se le testimonianze dei colleghi non concederebbero scampo al primario accusato. Nel fascicolo dei magistrati, peraltro, esiste una prima perizia medico-legale secondo la quale il piccolo, dopo essere venuto alla luce con il parto cesareo, era in vita ed era in condizioni di sopravvivere. Ma è pesante il sospetto che la diagnosi iniziale, quella che avrebbe convinto i genitori alla disperata, tragica decisione di interrompere la gravidanza della madre, non fosse esatta.

Infatti, come ha confermato lo stesso magistrato inquirente, il feto evidenziava soltanto una lunghezza delle braccia e della gambe non del tutto completa, la cui causa non è stata ancora accertata. Nessuna conferma, cioè, dell’esistenza di una sindrome di nanismo.



http://www.benmelech.org/aborto/articolo-ilgiornale-4-7-99.htm

ABORTO A NASCITA PARZIALE-OMICIDIO SPIETATO

La maggioranza degli aborti a nascita parziale avviene fra il 5° e il 6° mese di gravidanza (20-26 settimane).

Bambini che nascono prematuri fra la 20a e la 22a settimana sono normalmente vivi, ma raramente sopravvivono, poiché i polmoni non sono ancora abbastanza sviluppati.

A partire dalla 23a settimana circa un quarto dei bambini sopravvive.

A partire dalla 26a settimana sopravvivono i tre quarti.

Esistono anche parecchi altri metodi per abortire.

Testimonianza
"Stavo in piedi accanto al medico e l’osservavo eseguire un aborto a nascita parziale su una donna incinta di sei mesi. Il battito cardiaco del bambino era chiaramente visibile al monitor a ultrasuoni.

Il medico fece uscire il tronco e le braccia del bambino, mancava soltanto la testa. Il corpo del bambino si muoveva. Le sue piccole mani erano chiuse. Con i piedi scalciava.

Poi il medico prese delle forbici e le infilzò dietro la testa del bambino, le braccia del bambino reagirono con uno spasmo, come quando un bambino pensa di cadere. Poi il medico aprì le forbici, e conficcò nel foro un tubo aspirante di potenza che risucchiò il cervello del bambino. Il corpo del bambino era ormai completamente floscio.

Non sono mai più ritornata alla clinica, ma il volto di quel piccolo bambino mi perseguita. Era il volto più perfetto e angelico che avessi mai visto."

Sono le parole di Brenda Pratt Shafer, che venne assegnata a una clinica per aborti dalla sua agenzia di collocamento per personale sanitario.

La Shafer era favorevole alla libera scelta fino al giorno in cui vide coi suoi propri occhi la brutalità di questa procedura mostruosa. Altre tecniche abortive sono altrettanto raccapriccianti.

Anche se tu non sei credente, scopri perché l’aborto è sbagliato.

http://www.benmelech.org/aborto/aborto-nascita-parziale.htm

TUTTA LA VERITA' SULL'ABORTO

1. L'embrione umano: vero uomo

http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/abortotuttalaverit.htm

Nessuno potrebbe sostenere il cosiddetto «diritto di abortire» se non si desse per scontato un falso punto di partenza; e cioè che il frutto del concepimento, prima di nascere, è di fatto una realtà di serie B per quanto riguarda la sua condizione umana. Dunque uno dei principali nodi da sciogliere è proprio questo: il frutto del concepimento, l'embrione, è un essere umano a tutti gli effetti o no? Sinceramente la domanda fa un po' sorridere... ed è veramente incredibile che vi siano discussioni su questo punto anche tra gli stessi «scienziati». Vediamo di seguire insieme un ragionamento tutto sommato molto semplice e logico che ci toglierà questo dubbio.

Che l'embrione sia un individuo umano risulta scientificamente dalla ricerca sul DNA in base alla quale sappiamo che dall'integrazione dei due insiemi di informazioni genetiche al momento della fecondazione emergono un nuovo progetto e un nuovo programma inscritti nel genoma dello zigote. Ne risulta un «progetto/uomo» inciso indelebilmente, per cui l'uovo fertilizzato di un essere umano è in se stesso una vita umana, in quanto la trascrizione di geni strutturali entra in gioco proprio all'inizio dello sviluppo.

60. Alcuni tentano infatti di giustificare l'aborto sostenendo che il frutto del concepimento, almeno fin a un certo numero di giorni, non può essere ancora considerato una vita umana personale. In realtà, dal momento in cui l'ovulo è fecondato si inaugura una vita che non è quella del padre o della madre, ma di un nuovo essere umano che si sviluppa per proprio conto. Non sarà mai reso umano se non lo è stato fin da allora. A questa evidenza di sempre... la scienza genetica moderna fornisce preziose conferme. Essa ha mostrato come dal primo istante si trovi fissato il programma di ciò che sarà questo vivente: una persona, questa persona con le sue note caratteristiche già ben determinate. [...] L'essere umano va rispettato e trattato come una persona fin dal suo concepimento e, pertanto, da quello stesso momento gli si devono riconoscere i diritti della persona, tra i quali anzitutto il diritto inviolabile di ogni essere umano innocente alla vita.

(Evangelium Vitae, 60)


Detto in altre parole, in seguito alla fecondazione viene generato un nuovo DNA (il progetto/uomo) dall'integrazione dei patrimoni genetici del papà e della mamma. Sappiamo che il DNA è il codice genetico unico e irripetibile che contiene la descrizione esatta di ognuno di noi, e anche in questo caso (in seguito alla fecondazione) contiene già tutto il programma di sviluppo del nuovo essere umano. Ogni cosa è già definita fin da questo momento: tratti somatici, occhi, capelli, sesso, statura etc... Da questo momento inizia il processo di sviluppo del nuovo essere umano che non si arresterà più fino alla sua morte.

Un bambino a cinque anni è diverso rispetto a quando ne aveva uno, giusto? Allo stesso modo il feto è diverso dall'embrione, ma stiamo parlando sempre della stessa persona in momenti diversi del suo sviluppo. Le definizioni dei vari momenti dello sviluppo non possono mettere in discussione la natura stessa di ciò che si sta sviluppando, e cioè un essere umano. Le definizioni sono tante, ma hanno solo la funzione di contrassegnare momenti differenti di un unico sviluppo che inizia appunto dal concepimento stesso. Embrione, pre-embrione, blastocista, stria primitiva, feto, bambino, adolescente, adulto, anziano... è chiaro? Fasi diverse di un unico processo evolutivo. Se ci pensate bene è anche logico... Qualcuno dovrebbe spiegarci in base a quali parametri inconfutabili e oggettivi si sente autorizzato a decidere che ad un certo punto si può parlare di individuo umano e prima no!

Alcuni «scienziati» sostengono infatti che si può parlare di individuo umano soltanto dopo 15-16 giorni dall'ovulazione, cioè allo stadio di "stria primitiva". Vi rendete conto anche voi che questa affermazione è del tutto arbitraria e per niente oggettiva, non essendo peraltro dimostrabile scientificamente. L'unica cosa dimostrata dalla scienza è quella che abbiamo affermato fino ad ora, e cioè che il frutto del concepimento è biologicamente nuovo, umano e individualizzato. Non ha senso dire che dal 15° giorno è un individuo umano e al 14° invece no! Questi signori dovrebbero spiegarci cosa avviene di tanto speciale nella notte tra il 14° e il 15° giorno!

Bene, a questo punto facciamo un passo avanti e iniziamo a domandarci cos'è l'aborto procurato.




Gravidanza extrauterina operata 6 settimane dopo il primo giorno dell'ultima mestruazione. Questo piccolissimo essere umano era ancora vivo.






2. Cos'è l'aborto?

Abbiamo visto nel capitolo precedente che fin dal concepimento è generato un nuovo essere umano a tutti gli effetti che inizia il suo processo di sviluppo e crescita. Questo punto di partenza è particolarmente importante per comprendere come anche alcuni farmaci che vengono ingannevolmente definiti "contraccettivi" sono invece abortivi a pieno titolo. In questo caso si parla di "aborto chimico". Penso ad esempio alla RU-486, cioè la "pillola del giorno dopo"... È bene sapere che essa interviene ad ovulo già fecondato, cioè già in presenza di un embrione umano, impedendo che l'embrione stesso si annidi nella parete uterina e prosegua il suo sviluppo. In effetti la "pillola del giorno dopo" non si può neanche definire un farmaco, in quanto la gravidanza non è una malattia! Essa è a tutti gli effetti il primo pesticida anti-umano della storia, la prima pillola ad avere come unico scopo la soppressione della vita. Per approfondire questo argomento vi rimando al testo della Pontificia Academia Pro Vita "Comunicato sulla cosiddetta pillola del giorno dopo".

Ma torniamo al nostro quesito: cos'è l'aborto? Partendo dal presupposto del capitolo precedente ne deriva che "l'aborto procurato" o "interruzione volontaria della gravidanza" rappresenta sempre e comunque la soppressione di una vita umana già in evoluzione. In altre parole si tratta di omicidio.

Fra tutti i delitti che l'uomo può compiere contro la vita, l'aborto procurato presenta caratteristiche che lo rendono particolarmente grave e deprecabile. Il Concilio Vaticano II lo definisce, insieme all'infanticidio, «delitto abominevole».

(Evangelium Vitae, 58)




Sono parole estremamente dure che a qualcuno potrebbero sembrare addirittura esagerate... ma non è così. Il report fotografico che abbiamo preparato vi convincerà senz'altro di queste affermazioni mettendovi difronte a una realtà tanto tragica quanto ignorata.

Certamente esistono situazioni umanamente terribili che possono indurre il malcapitato a considerare l'aborto come una valida e lecita scappatoia. Pensiamo ad esempio a una ragazza che dovesse scoprirsi incinta dopo aver subito una violenza carnale... oppure a una famiglia disagiata che si dovesse trovare a far fronte a una gravidanza inaspettata... o ancora ad una donna che dovesse scoprire di portare in grembo un feto gravemente malformato.
Sono indubbiamente casi di pesante disagio, è innegabile, ma neanche in queste situazioni estreme possiamo permetterci di essere tanto presuntuosi al punto da ritenerci autorizzati a decidere della sorte di una vita innocente.

Piuttosto che ricorrere all'aborto uccidendo un bambino innocente, se proprio la situazione è disperata, ci si può avvalere del diritto di partorire nell'anonimato per poi dare il bimbo in adozione. Se non c'è proprio altra scelta... almeno si scelga il male minore.

L'accettazione dell'aborto nella mentalità, nel costume e nella stessa legge è segno eloquente di una pericolosissima crisi del senso morale, che diventa sempre più incapace di distinguere tra il bene e il male, persino quando è in gioco il diritto fondamentale alla vita. Di fronte a una così grave situazione, occorre più che mai il coraggio di guardare in faccia alla verità e di chiamare le cose con il loro nome, senza cedere a compromessi di comodo o alla tentazione di autoinganno. [...] Proprio nel caso dell'aborto si registra la diffusione di una terminologia ambigua, come quella di «interruzione della gravidanza», che tende a nasconderne la vera natura e ad attenuarne la gravità nell'opinione pubblica. [...] Ma nessuna parola vale a cambiare la realtà delle cose: l'aborto procurato è l'uccisione deliberata e diretta, comunque venga attuata, di un essere umano nella fase iniziale della sua esistenza, compresa tra il concepimento e la nascita.

(Evangelium Vitae, 58)




Va sottolineato che se oggi il ricorso all'aborto procurato è così diffuso lo si deve in gran parte alla disinformazione che regna su tale argomento. Nella coscienza di molti infatti non ne viene percepita la vera gravità, in quanto tramite un'informazione puntualmente ingannevole si è tentato di nascondere ciò che l'aborto è veramente, favorendo la diffusione di un concetto totalmente falso, secondo il quale fino al momento della nascita il bambino non è ancora un bambino, ma bensì un qualcosa di non completo, non formato... ed evidentemente non degno di continuare necessariamente a vivere! Lo ripeto, questa è una grossa bugia!

Passiamo dunque ad esaminare nel prossimo capitolo quelle che possono essere le eventuali responsabilità in gioco.


10 settimane. Lo sviluppo del piccolo essere umano è frenetico.






3. Le responsabilità

Stabilire delle precise responsabilità in questo campo è una cosa piuttosto complessa. È chiaro che in questa sede parliamo di responsabilità morali, quelle che portiamo davanti a Dio. Come abbiamo già detto nel capitolo precedente l'informazione proposta sull'aborto risulta essere sistematicamente ambigua e ingannevole, soprattutto da parte di coloro che più di altri avrebbero il compito di mettere al corrente le donne su come stanno veramente le cose, cioè i medici e i consulenti delle strutture ospedaliere. Comunque un certo grado di responsabilità ricade su tutti i coinvolti, seppure in modo dipendente dalla misura nella quale essi sono coscienti di ciò che fanno.

Spesso la donna risulta essere la seconda vittima dell'aborto, per questo occorre promuovere un'informazione veritiera e puntuale soprattutto nei suoi confronti. Sono convinto che molte donne se sapessero cosa avviene realmente durante un aborto vi rinuncerebbero in partenza. Il nostro report fotografico è abbastanza esplicito in questo senso; già da solo dice più di mille parole.

A decidere della morte del bambino non ancora nato, accanto alla madre, ci sono spesso altre persone. Anzitutto, può essere colpevole il padre del bambino, non solo quando espressamente spinge la donna all'aborto, ma anche quando indirettamente favorisce tale sua decisione perché la lascia sola di fronte ai problemi della gravidanza. [...] Né vanno taciute le sollecitazioni che a volte provengono dal più ampio contesto familiare e dagli amici. Non di rado la donna è sottoposta a pressioni talmente forti da sentirsi psicologicamente costretta a cedere all'aborto: non v'è dubbio che in questo caso la responsabilità morale grava particolarmente su quelli che direttamente o indirettamente l'hanno forzata ad abortire. Responsabili sono pure i medici e il personale sanitario, quando mettono a servizio della morte la competenza acquisita per promuovere la vita. Ma la responsabilità coinvolge anche i legislatori, che hanno promosso e approvato leggi abortive e, nella misura in cui la cosa dipende da loro, gli amministratori delle strutture sanitarie utilizzate per praticare gli aborti. Una responsabilità generale non meno grave riguarda sia quanti hanno favorito il diffondersi di una mentalità di permissivismo sessuale e disistima della maternità, sia coloro che avrebbero dovuto assicurare -e non l'hanno fatto- valide politiche familiari e sociali a sostegno delle famiglie, specialmente di quelle numerose o con particolari difficoltà economiche ed educative. Non si può infine sottovalutare la rete di complicità che si allarga fino a comprendere istituzioni internazionali, fondazioni e associazioni che si battono sistematicamente per la legalizzazione dell'aborto nel mondo. [...] Come ho scritto nella mia "Lettera alle Famiglie", «ci troviamo di fronte ad un'enorme minaccia contro la vita, non solo di singoli individui, ma anche dell'intera civiltà». Ci troviamo di fronte a quella che può definirsi una «struttura di peccato» contro la vita umana non ancora nata.

(Evangelium Vitae, 59)




La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. Chi procura l'aborto, se ne consegue l'effetto, incorre nella scomunica «latae sententiae», per il fatto stesso d'aver commesso il delitto e alle condizioni previste dal diritto. La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.

(Catechismo della Chiesa Cattolica, 2272)




La cooperazione formale a un aborto costituisce una colpa grave. La Chiesa sanziona con una pena canonica di scomunica questo delitto contro la vita umana. Chi procura l'aborto, se ne consegue l'effetto, incorre nella scomunica «latae sententiae», per il fatto stesso d'aver commesso il delitto e alle condizioni previste dal diritto. La Chiesa non intende in tal modo restringere il campo della misericordia. Essa mette in evidenza la gravità del crimine commesso, il danno irreparabile causato all'innocente ucciso, ai suoi genitori e a tutta la società.

(Catechismo della Chiesa Cattolica, 2272)


Insomma siamo un po' tutti responsabili. Occorre davvero un profondo esame di coscienza e l'impegno a battersi, d'ora in poi, solo ed esclusivamente a favore della vita. Per fortuna davanti a Dio abbiamo sempre "un'altra possibilità"... È quindi arrivato il momento di rialzarsi, riconciliarsi e guardare avanti. Se ognuno di noi non inizia a fare qualcosa nel suo piccolo il mondo non cambierà mai.

Se sei una donna e dopo aver letto queste pagine ti senti tremendamente in colpa per qualcosa che hai fatto o che pensavi di fare... non disperare, Dio è amore e ti stava aspettando! Nel prossimo capitolo esaminiamo dunque la nostra presa di coscienza.


Kelly é venuta alla luce a 12 settimane e, ora che é cresciuta, sta perfettamente.






4. La presa di coscienza

Può essere che qualcuno, arrivato a questo punto, si stia accorgendo di aver commesso (più o meno volontariamente) un vero e proprio delitto. Forse quel peso che grava sulla sua coscienza e che la imprigiona impedendole di gioire nel profondo è dovuto proprio a questa consapevolezza... Già perché, in fondo, la coscienza parla a tutti, credenti e non. Solo che chi non riesce o non vuole "sentirla" non si spiega nemmeno il perché di quel perenne "groppo alla gola"...

La donna infatti rimane anch'essa vittima dell'aborto, anche se spesso non ne ha piena coscienza. Con l'aborto, oltre al figlio che porta in grembo, la donna perde anche una buona parte della sua integrità morale e spirituale, della sua autostima e della sua stessa libertà. Diventa quindi indispensabile un'adeguata assistenza per il recupero di queste persone sia a livello psicologico/morale che spirituale.

Il Card. John O'Connor, Arcivescovo di New York, porta avanti un progetto che speriamo venga presto imitato anche in Italia; si tratta del "Project Rachel".

Il Project Rachel è un ministero dell'Ufficio Arcidiocesano per la Famiglia ed il Rispetto della Vita. Sacerdoti, psichiatri e psicologi formati all'uopo forniscono consigli di tipo individuale, spirituale e psicologico, così come una riconciliazione sacramentale per le donne che hanno sofferto il dramma dell'aborto. Da quando il Project Rachel opera in molte diocesi degli Stati Uniti, migliaia e migliaia di donne, e spesso anche coloro che sono responsabili delle loro gravidanze e dei loro aborti, hanno trovato la pace; molte volte quel tipo di pace spirituale che non hanno mai conosciuto prima. Inoltre, quasi certamente è escluso che esse vi ricadranno in futuro.

Ma vediamo cosa ci racconta proprio una delle mamme che hanno partecipato al progetto in questa lettera indirizzata al sacerdote che dirige il movimento arcidiocesano Project Rachel:

"Ho desiderato scriverle sin dall'incontro che ho avuto con lei nel dicembre scorso. Un amico mi ha parlato del Project Rachel [...]; questo amico è molto impegnato nel movimento anti-abortista, dove presta servizio.

Con questa mia lettera desidero dirle "grazie". Non so perché sia così difficile esprimere il profondo effetto che l'incontro ha avuto su di me. Le parole non mi sembrano adatte ad esprimere la mia gratitudine. Ho combattuto a lungo con le conseguenze del mio aborto. I tentativi fino ad allora compiuti per mettermi l'animo in pace non avevano avuto successo. Ciò che questa volta era diverso era l'assoluta e completa presa di coscienza del bambino ucciso. Egli non era più solamente "un pezzetto di tessuto" o "una sacca di sangue" che aveva cessato di esistere. Molto del dolore che ho provato negli anni è stato per questo essere umano non nato, rifiutato e rinnegato. Così quando lei ha detto "Puoi dare un nome al tuo bambino", qualcosa in me è cambiato. Non dimenticherò mai quelle parole, perché egli dopo è diventato un bambino, recuperato dal secchio della spazzatura nel quale era stato tanto brutalmente gettato. Grazie per averlo riconosciuto, per avermi aiutato a ritrovarlo, per avergli restituito la dignità che io gli avevo negata. Ora posso essere un po' più tranquilla con me stessa, sapendo che egli è stato innalzato dagli abissi fino ad essere posto amorosamente nelle mani di Dio. Gli ho messo nome Matteo Giuseppe. Spero che lei pregherà per lui.

Ho ancora un ringraziamento da farle. Grazie per aver rappresentato Gesù Cristo così bene presso di me."




"Ho desiderato scriverle sin dall'incontro che ho avuto con lei nel dicembre scorso. Un amico mi ha parlato del Project Rachel [...]; questo amico è molto impegnato nel movimento anti-abortista, dove presta servizio.

Con questa mia lettera desidero dirle "grazie". Non so perché sia così difficile esprimere il profondo effetto che l'incontro ha avuto su di me. Le parole non mi sembrano adatte ad esprimere la mia gratitudine. Ho combattuto a lungo con le conseguenze del mio aborto. I tentativi fino ad allora compiuti per mettermi l'animo in pace non avevano avuto successo. Ciò che questa volta era diverso era l'assoluta e completa presa di coscienza del bambino ucciso. Egli non era più solamente "un pezzetto di tessuto" o "una sacca di sangue" che aveva cessato di esistere. Molto del dolore che ho provato negli anni è stato per questo essere umano non nato, rifiutato e rinnegato. Così quando lei ha detto "Puoi dare un nome al tuo bambino", qualcosa in me è cambiato. Non dimenticherò mai quelle parole, perché egli dopo è diventato un bambino, recuperato dal secchio della spazzatura nel quale era stato tanto brutalmente gettato. Grazie per averlo riconosciuto, per avermi aiutato a ritrovarlo, per avergli restituito la dignità che io gli avevo negata. Ora posso essere un po' più tranquilla con me stessa, sapendo che egli è stato innalzato dagli abissi fino ad essere posto amorosamente nelle mani di Dio. Gli ho messo nome Matteo Giuseppe. Spero che lei pregherà per lui.

Ho ancora un ringraziamento da farle. Grazie per aver rappresentato Gesù Cristo così bene presso di me."


In Italia, secondo i dati forniti dal Ministero della Sanità, dal 1978 al 1999, gli aborti legalizzati sono stati 3.818.383 ai quali si aggiungono gli oltre 840.000 aborti clandestini stimati nello stesso periodo. La potenza distruttiva di ogni singolo aborto non permette il calcolo in termini di vite dello stragrande numero di madri, padri, fratelli, abortisti e loro assistenti coinvolti. Soltanto il bambino muore.

La madre e gli altri spesso vivono o cercano di vivere dibattendosi tra sensi di colpa, tormenti, modelli normali di comportamento trasformati nel loro contrario. Alcuni, credendosi esclusi per sempre dalla redenzione, entrano in un circolo vizioso fatto di promiscuità, gravidanze, aborti, e abbandonano la fede; se sono cattolici, non vanno a Messa e non ricevono i Sacramenti, credendosi indegni del perdono che è stato dato loro nel confessionale.

Se la madre ha mai avuto una scintilla di fede, di convinzione religiosa, di educazione morale, si sente schiacciata dal senso di colpa, una colpa che può essere spinta nelle profondità dell'inconscio da una forza qualsiasi, ma che diventa così un cancro dell'anima.

La madre che ha dato la morte al proprio figliolo, per un motivo qualsiasi o perché disorientata e sottoposta a pressioni, ha un forte bisogno di essere convinta, più di ogni altro al mondo, che è stata perdonata, non da un consulente o da sé stessa, ma da Dio. Queste madri devono credere che Dio le ama, malgrado, o in un senso profondamente misterioso, anche a causa della loro debolezza. Esse devono vedersi assieme a Maria ai piedi della Croce, unendo la crocifissione del proprio figlio con quella del Figlio di Maria. Esse devono sapere che avendo condiviso questa crocifissione, condividono il Suo perdono, ed è di ognuna di loro che Egli parla quando grida al Padre: «Padre, perdonali perché non sanno ciò che fanno». Esse devono sapere che è ad ognuna di loro che Egli ha promesso dalla Croce: «Oggi stesso tu sarai con me in Paradiso».



«Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. Alzatosi allora Gesù le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».

(Gv 8, 7b.9-11)


Dunque è il momento della "presa di coscienza". È ora di distinguere il bene dal male e di scegliere il bene. È ora di diventare consapevoli dell'altissima missione affidataci da Dio e dell'amore che Egli riversa su ognuno di noi.

Dio, padrone della vita, ha affidato agli uomini l'altissima missione di proteggere la vita, missione che deve essere adempiuta in modo degno dell'uomo. Perciò la vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; e l'aborto come pure l'infanticidio sono abominevoli delitti.

(Concilio Vaticano II, GS 51: AAS 58 (1966) 1072)




Ricominciamo quindi a prenderci cura della vita, iniziando da noi stessi. Una volta riconciliati con Dio, sorgente d'amore per la vita, avremo l'energia per "contagiare" anche coloro che ci stanno accanto, i quali noteranno subito la luce nuova che ci riveste.




La vita è bella!

ABORTO:OMICIDIO O LIBERTA' DI SCELTA

Aborto:omicidio o libertà di scelta?
di NORMAN L. GEISLER

http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/confutazioni.htm

confutazioni a 15 motivi che giustificano l'aborto.


La Bibbia condanna chiaramente chi uccide intenzionalmente un essere umano innocente. Il sesto comandamento recita "Non uccidere" (Esodo 29:13). Uccidere un essere umano, fatto ad immagine di Dio, è un crimine serio. Poiché l'uomo è creato ad immagine di Dio, l'omicidio è un attacco contro Dio. Questa è una questione molto seria. Dio non la tratta con leggerezza e neppure noi dovremmo.

L'aborto è una procedura introdotta dall'uomo che ha come scopo la soppressione della vita di un essere umano non ancora nato.

Ci sono vari modi di uccidere chi non è ancora nato. Lo si può uccidere risucchiandolo mediante uno strumento ripulitore, oppure tagliuzzandolo con uno strumento affilato. Lo si può uccidere mediante l'uso di una forte soluzione salina o una droga. Ma in tutti i casi, l'aborto è una procedura che inizia con l'intenzione di uccidere chi non è ancora nato. Quindi è un omicidio volontario.

L'aborto è omicidio volontario di un essere umano innocente.

Ci rendiamo conto che il non nato non ha ancora commesso alcun crimine sociale che possa meritargli la morte secondo la giustizia umana, infatti esso non è ancora venuto al mondo. Ma prima che possa venire la mondo e mentre non può difendersi, altri esseri umani, che possono essere la madre o l'istituzione sanitaria (stabilita anch'essa da uomini), intenzionalmente decidono di togliergli la vita.



Oggi muoiono in tutto il mondo circa 50 milioni di creature all'anno a causa di aborto volontario. Questa cifra equivale al numero delle vittime complessivo della seconda guerra mondiale e come per tutte le guerre, le vittime dell'aborto sono le più innocenti ed indifese.

Molte donne non vogliono rinunciare al "diritto a decidere del loro ventre" e non vogliono rinunciare alle loro comodità a causa di una gravidanza indesiderata. Così si combatte una guerra totale sotto una copertura umanistica, ma non contro altri poteri, o contro eserciti, o contro terroristi, bensì contro bambini indifesi. E com’è sempre successo che per gli artefici delle guerre ci sono state delle conseguenze terribili, così sarà per coloro che favoriscono e causano le morti di creature innocenti non ancora nati: per i governi che legalizzano l'aborto; per i mariti che costringono le loro mogli ad abortire; per i medici e gli scienziati che abusano degli embrioni a scopo di ricerca; per le donne che urlano: "La mia pancia appartiene a me!", per una società che minimizza l'uccisione di bambini non ancora nati.



ALCUNI DATI



- L'aborto è una delle cause di morte più frequenti che non viene neanche riportata nelle statistiche ufficiali;

- Il rapporto tra gli aborti e le nascite è di 1/6,7, cioè ad almeno 1 bambino su 7 viene negato il diritto alla vita;

- Circa il 95% di tutti i decessi di bambini, sino al 9° anno di vita, ha luogo nel grembo materno;

- In diverse nazioni si causano circa 50 aborti al giorno;

- Solo dal 10% al 30% delle donne che richiedono l'aborto hanno problemi economici;

- I casi di aborti volontari sono aumentati proprio nelle nazioni dove è stata legalizzata l'interruzione della gravidanza.



DEFINIZIONE DELLA VITA



Chi non è ancora nato è un essere umano o qualcosa di inferiore?

Secondo la Bibbia, la vita umana comincia col concepimento. Davide disse: "Mia madre mi concepì nel peccato". Questo non soltanto fa cominciare la vita umana al concepimento ma il peccato, nella vita umana, comincia già a quel punto; un salmista scrisse: "I mentitori sono traviati sin dal seno materno" (Salmo58:3). La Bibbia dice che il seme di Levi esisteva nei lombi del suo bisnonno Abramo (Ebrei 7:9-10). Infatti, tutti gli uomini hanno peccato in Adamo quando egli peccò (Romani 5:12).



Il profeta Geremia fu conosciuto da Dio e scelto mentre era ancora nel seno della madre (Geremia 1:5). Giovanni Battista esultò per la gioia (Luca 1:44) e fu riempito di Spirito Santo quando era ancora nel seno della madre (Luca 1:15). Gesù Cristo fù concepito dallo Spirito Santo (Matteo 1:20) nel seno di Maria e le Scritture ci dicono che, in quel momento, si ebbe l'inizio della sua natura umana.

Il salmo 139 ci dà uno specifico resoconto dell'embrione umano come una sostanza che viene formata da Dio. Con belle immagini viene descritto l'embrione come qualcosa che viene formato e tessuto da Dio (versetti 15 e 16). Secondo il salmo, Dio ha scritto nel suo libro i giorni dell'embrione, quando esso non era ancora nato. La bibbia non lascia alcun dubbio sul fatto che Dio fa l'uomo a sua immagine e somiglianza prima della nascita.

C'è una notevole concordanza tra la Bibbia e la scienza medica sul momento iniziale della vita umana. L'embrione umano è il frutto dell'incontro tra lo sperma e l'ovulo e questo è il concepimento. Meno di un mese dopo il concepimento, il feto ha il suo cuore; dopo un mese e mezzo, emette la propria onda cerebrale che manterrà per tutta la sua vita. Prima dei due mesi, il feto ha tutti gli organi interni dell'adulto, e dopo un'altra settimana ha tutti gli organi esterni. In poco tempo il feto diventa un minuscolo essere umano in crescita.



GLI ARGOMENTI USATI DAGLI ABORTISTI PER GIUSTIFICARE L'ABORTO E LE RELATIVE RISPOSTE



1) Nessuno conosce quando comincia la vita umana.

Se nessuno conosce quando comincia la vita umana, essa potrebbe cominciare anche all'atto del concepimento. E se essa comincia all'atto del concepimento l'aborto è un omicidio. Possiamo noi giustificare l'assassinio di qualcosa che potrebbe essere umano? L'incertezza non ci autorizza ad uccidere dei feti. Non possiamo uccidere dei feti anche se non siamo sicuri che si tratta di esseri umani.

Attualmente sappiamo che la vita comincia all'atto del concepimento. Lo spermatozoo con 23 cromosomi non è un essere umano come non lo è l'ovulo femminile con i suoi 23 cromosomi, ma quando essi si uniscono formano 46 cromosomi, ed è il risultato di un essere umano. Questo è un fatto scientifico. Geneticamente questo ovulo fertilizzato è un essere umano con le sue caratteristiche e la sua identità. Da questo punto è solo questione di crescita, non di genere.



2) La madre ha il diritto di controllare il suo corpo.

Il bambino non è una parte del corpo della madre. E' un essere umano individuale con un suo corpo separato. La madre alimenta il suo bambino mentre è nel suo seno e questo non gli da diritto di decidere per la sua vita o per la sua morte. Come la madre ha il dovere di provvedere all'alimentazione del proprio figlio dopo la nascita, altrimenti sarebbe colpevole di omicidio per fame, allo stesso modo non ha diritto di troncare la vita del proprio figlio prima di nascere.

Anche se il nascituro fosse parte del corpo della madre, ella non avrebbe il diritto di fare ciò che vuole con il suo corpo, non avrebbe il diritto di mutilarsi tagliandosi una mano o un piede. Ella non ha neanche il diritto di togliersi la vita mediante il suicidio.



3) Un nascituro non è realmente umano finché non è nato.

Se un bambino non è umano prima della nascita, quando lo è?

Certamente non è un minerale o un vegetale. Le mucche danno vita alle mucche e le cavalle ai cavalli. Nessuno ha difficoltà nell'identificare un cane nascituro come un cane o un maiale nascituro come un maiale. Perché si dovrebbe porre la questione per i nascituri umani?

I nascituri umani sono identificati umani per il cambiamento di luogo? Cioè che dall'utero materno passano alle braccia materne? La differenza tra i bambini che sono nati e quelli che non sono ancora nati non è la loro natura, ma il luogo (essere nell'utero ed esserne fuori) e la loro misura. Certamente delle caratteristiche accidentali o circostanziali come quelle relative al luogo e alla misura, non determinano se un essere è umano o meno.



4) I bambini non sono esseri personali coscienti.

Secondo questa obiezione uno deve essere cosciente per essere umano. Ma se la coscienza determina l'umanità, allora gli adulti che dormono non sono umani. Inoltre, se la coscienza determina l'umanità, allora quelli che cadono in coma perdono la loro umanità.

La logica conclusione di questo discorso sarebbe che uccidere esseri senza coscienza non sarebbe commettere omicidio, allora tutti gli assassini dovrebbero semplicemente far perdere la coscienza alle loro vittime prima di ucciderle.

Inoltre, i bambini sono coscienti prima di nascere. Un mese e mezzo dopo il concepimento, essi hanno le proprie onde cerebrali che poi manterranno per tutta la vita. L'assenza di queste onde è considerata un segno della morte, perché allora la loro presenza non è considerata un segno della vita?

Verso i tre mesi reagiscono agli stimoli e possono avere coscienza di un senso di oppressione, di dolore e di gioia.

La coscienza di sé (non la consapevolezza) distingue l'uomo dagli animali, anche da quelli di grado superiore. Tuttavia la coscienza di sé non si manifesta finché un bambino non arriva ad un anno e mezzo circa. Così, secondo la logica degli abortisti, si può giustificare l'aborto prima di quel periodo.



5) Ogni bambino ha diritto a una vita piena.

Quali sono i criteri per stabilire se una vita è piena o meno e chi può stabilire questo?

Questo genere di ragionamento si è spinto talmente oltre che alcuni giudici hanno condannato dei genitori per aver messo alla luce bambini sapendo che erano deformati in base ai test prenatali.

Questo ragionamento potrebbe far credere che è possibile rinviare la nascita di un figlio a migliori circostanze, per cui lo si può uccidere ora. Non è così. Togliere la vita a questo nascituro significa togliere l'unica possibilità, che questo essere ha, di venire al mondo. Egli non avrà alcuna altra circostanza migliore per venire alla vita. Perciò la scelta non è fra una vita deforme e una sana, la vita è una sola e non c'è scelta. Ognuno ha diritto alla vita che egli ha, non tenere conto di questo significa attentare all'unica possibilità di vita.

Anche secondo questa logica, si dovrebbe poi uccidere tutti gli esseri umani deformi, anche al di fuori dell'utero materno (cosa che alcune menti diaboliche, in parte, hanno messo in atto nel corso della storia). Così questa logica abortista condurrebbe all'infanticidio e all'eutanasia, ed alcuni abortisti ammettono che queste due possibilità discendono dalla stessa logica. Secondo questi ultimi è più giustificabile togliere la vita a chi è deforme che togliere la vita a chi potrebbe esserlo secondo test prenatali.





6) E' meglio abortire che esporre un figlio a maltrattamento.

Secondo ciò il non abortire figli indesiderati conduce al maltrattamento. Statisticamente è l'opposto. I casi di figli malmenati sono aumentati con l'aumentare degli aborti. Apparentemente il disprezzo per la vita umana, riflesso nell'accettazione dell'aborto, si estende dalla fase prenatale a quella post-natale. Erroneamente questa obiezione fa ritenere che l'aborto non è un grande maltrattamento.

Attualmente l'aborto è il peggiore maltrattamento che può essere inflitto ad un essere umano: porta la morte. Per impedire che il bambino subisca maltrattamenti gli infliggono un maltrattamento peggiore. Questo è semplicemente grottesco.

Inoltre, se si può uccidere il nascituro per evitare potenziali oltraggi, perché non uccidere il già nato che viene attualmente malmenato? I milioni di bambini che vivono nella denutrizione si possono togliere di mezzo tranquillamente secondo questa logica. In altre parole, se noi proteggiamo il nato che viene maltrattato, quanto più dovremmo proteggere il nascituro che è ancor più indifeso?



7) Noi dobbiamo fermare la sovrappopolazione o moriremo tutti di fame.

L'alternativa fra l'aborto e la sovrappopolazione è falsa. Ci sono altre alternative. Il controllo della nascite può limitare la sovrappopolazione senza omicidi e questo si può fare con la prevenzione.



8) Non possiamo legiferare sulla moralità.

Se fosse così dovremmo sbarazzarci delle legislazioni che si basano sulla moralità. Dovremmo cominciare ad eliminare le proibizioni riguardo all'assassinio, alla crudeltà, al maltrattamento dei bambini, all'incesto ed a tutti quei casi in cui la morale è la base dalla formazione delle leggi applicate. Dovremmo eliminare anche le leggi antischiaviste e tutte le altre leggi sui diritti civili. Anche queste leggi riguardano il comportamento morale della persona. Questo sarebbe chiaramente sbagliato e pochi abortisti suggerirebbero di abolirle. Ma se è così, perché non dovremmo avere delle leggi per proteggere i diritti morali del nascituro?

Inoltre, le attuali leggi che permettono l'aborto su richiesta, sono di natura morale, perché in effetti affermano che togliere la vita a un essere umano, non ancora nato, è moralmente giusto.

E' impossibile evitare di legiferare secondo i criteri della moralità. Al fine di avere una buona legislazione bisogna incorporare nelle leggi ciò che è moralmente giusto. Per questo, è assolutamente ingiusto di togliere ad un essere umano innocente il suo diritto alla vita. Perché il diritto alla vita è il diritto dei diritti. Senza vita non c'è alcun diritto.



9) I bambini mentalmente ritardati non dovrebbero essere fatti nascere.

E' interessante notare che nessuna organizzazione di genitori con figli mentalmente ritardati ha mai sostenuto l'aborto. Tutte le famiglie, che io ho conosciuto, sono affezionati ai loro figli mongoloidi perché mostrano un amore schietto.

I bambini mentalmente ritardati sono umani, ucciderli equivale a commettere omicidio. A maggior ragione, non si deve uccidere quelli che non sono ancora nati perché sono ancora più indifesi. La logica con cui gli abortisti giustificano l'aborto terapeutico, sarebbe valida anche per l'infanticidio.



10) Perché una donna violentata dovrebbe essere forzata a portare un figlio indesiderato?

La violenza carnale è una delle cose più indegne che una persona possa subire. Bisogna avere grande compassione per le vittime, tuttavia bisogna tenere presente alcune cose: primo, non c'è alcun modo di disfare il fatto, ricorrere all'aborto non significa cancellare l'oltraggio; secondo, non viene fatta giustizia punendo la creatura che nasce a causa del ratto. Due errori non fanno una verità. La colpa di ricorrere all'omicidio (aborto) non aiuterà la madre.

Il ratto non è un crimine per la vittima, ma uccidere un innocente è un crimine.

Sebbene raramente le vittime di ratto danno alla luce dei figli, quei pochi bambini che vengono concepiti hanno tutto il diritto di vivere.

Chi non è stato benedetto ascoltando la musica gospel della famosa cantante negra Ethel Waters? Sua madre fu una vittima di ratto, all'età di tredici anni. Forse che ella doveva abortire e non far nascere Ethel? Perché punire un frutto innocente anche se frutto di episodio di violenza carnale? Bisogna colpire il colpevole della violenza, il violentatore e non la più innocente creatura.



11) Gli aborti vengono svolti comunque, meglio allora legalizzarli.

Dovremmo legalizzare il ratto e la violenza sui bambini solo perché esistono delle persone che commettono queste atrocità? Dovremmo legalizzare l'incesto e la crudeltà solo perché esistono delle persone che li commettono? Legalizzare delle cose malvagie non le rende moralmente giuste. Legalizzare un'attività illecita non ne frena necessariamente l'abuso, anzi qualche volta lo favorisce. Questo è attualmente il caso degli Stati Uniti.

D'altro canto, cambiare le leggi può aiutare a cambiare l'attitudine verso un certo illecito, come hanno dimostrato le leggi abolizionisti della schiavitù.

Le leggi in sé non possono forzare le persone ad essere buone, ma rafforzare le buone leggi può aiutare a frenare le persone nel fare il male.



12) Legalizzare l'aborto salverà la vita delle madri in quanto renderà gli aborti più sicuri.

Le statistiche dicono che la maggior parte degli aborti avvengono ancora al di fuori degli ospedali. La Corte Suprema degli USA ha decisamente bocciato progetti di legge che erano atti ad assicurare un minimo di igiene nelle fabbriche dell'aborto. Così, se un carro bestiame si parcheggiasse in strada mettendo su un cartello con scritto: "qui si operano aborti", il governo non soltanto non impedirebbe l'operazione, ma non insisterebbe neanche che gli abortisti sterilizzassero i loro strumenti!

Inoltre, la legalizzazione dell'aborto in USA, non ha salvato vite, ma ha fatto perdere vite: 16 milioni nei primi dodici anni dal momento dell'approvazione da parte della Corte Suprema.

Anche se il governo sarebbe in grado di garantire migliori condizioni igieniche per effettuare l'aborto, significherebbe semplicemente assicurare l'igiene nell'omicidio. Sapere che si è trattato di un uccisione pulita è una ben magra consolazione per la vittima.





13) Non dobbiamo proiettare la nostra moralità sugli altri.

Se è così, chi sono gli abortisti che proiettano la loro moralità su chi non è ancora nato? E come se essi dicessero ai non ancora nati: "Il mio credo morale è che voi non dovete vivere". Questa non è una proiezione di moralità, ma una proiezione di immoralità. Infatti, noi dobbiamo influenzare con la nostra moralità i convincimenti degli abortisti. Se non lo fanno quelli che sono capaci di influenzare con la giusta moralità per proteggere le vite innocenti, chi lo farà mai?

Proiettare le nostre giuste convinzioni morali sugli altri non è sbagliato, è sbagliato distruggere i diritti morali degli altri. L'aborto distrugge il diritto morale alla vita che hanno gli innocenti.



14) L'aborto è la soluzione per le gravidanze indesiderate.

Una soluzione migliore è l'adozione. E' difficile affidare un bambino agli altri, ma è meglio che ucciderlo.

La madre che ha abortito è spesso depressa, sia quando arriva il tempo che avrebbe dovuto partorire che in seguito a rimorsi di coscienza ed altro. Questa depressione talvolta ricorre per anni ed anni in occasione del compleanno del bambino. Qualche volta la depressione è così forte che la madre sfiora il suicidio.

Le madri con gravidanze indesiderate hanno di bisogno di incoraggiamenti per trattenere il figlio e non incoraggiamenti per uccidere il figlio. Un metodo efficace è la realizzazione e l'accoglienza in cliniche per consultazioni ed aiuti, non di cliniche per aborti.



15) Nessun bimbo indesiderato dovrebbe mai nascere.

Secondo questa asserzione, ogni concepimento indesiderato dovrebbe automaticamente comportare un figlio indesiderato. Capita però che molte madri cambiano il loro atteggiamento dopo aver superato il trauma iniziale della gravidanza indesiderata. Spesso cambiano il loro atteggiamento anche quando avvertono o vedono con l'ecografia che portano un essere vivente nel loro grembo. Accade anche che molte madri cambiano idea dopo che i loro figli sono nati.

Se la madre non vuole allevare il bimbo, ci sono molte altre famiglie che, non possono avere figli e che sono disposte a riceverli. Nel mondo ci sono più persone che desiderano avere figli di figli che si possono adottare.

Il solo fatto che non si desidera che qualcuno venga alla vita non ci dà il diritto di ucciderlo. I nostri desideri non debbono intaccare i diritti degli altri, specialmente il diritto di vivere. Davanti a Dio e davanti agli uomini una madre con un figlio sono due persone.



A questo punto vi voglio raccontare di una ragazza che seppe di essere gravida. Era fidanzata, ma il fidanzato non era il padre del bimbo. La sua famiglia era povera, perciò era duro per la famiglia mantenere un'altra bocca da sfamare. La sua famiglia aveva una buona reputazione ed ella non voleva che si spettegolasse. Abortire avrebbe potuto essere una soluzione al suo problema. Ma ella non volle abortire. Partorì un bimbo, un maschietto, e lo chiamò Gesù.

IL FETO E' UNA PERSONA-DOTTOR C.BELLIENI

Il feto è una persona? Risponde il dottor Carlo Bellieni


ROMA, mercoledì 28 aprile 2004 (ZENIT.org).- Cosa prova un feto? Quali diritti ha? Cosa ci dice la scienza a proposito? La fecondazione artificiale è davvero innocua? Il dottor Carlo Bellieni, neonatologo senese, risponde a queste domande, sulla base di una profonda e accurata documentazione scientifica, nel libro “L’alba dell’io: dolore, memoria, desiderio, sogno del feto” (SEF Editore).

Il Dottor Bellieni che da anni è impegnato nella ricerca sul dolore del feto e del neonato, lavorando al dipartimento Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico Universitario "Le Scotte" di Siena, ha rilasciato una intervista a ZENIT.

Il feto sente dolore?

Dottor Bellieni: Certamente sì. Non solo sente dolore, ma la sua percezione sembra essere più profonda di un bambino più grande. Lo sappiamo perché mancano nella vita fetale molte delle ‘strategie’ che invece si impegnano dopo la nascita per non sentire il dolore. Di contro, già dalla metà della gestazione gli stimoli dolorosi hanno aperte tutte le vie per essere percepiti.


Dunque il feto è già un piccolo paziente?

Dottor Bellieni: Infatti. I neonatologi moderni hanno il privilegio di curare proprio i feti. Li teniamo tra le mani: hanno il peso talvolta di una mela: alcuni sono poco più grandi di una mano. Sono nati prematuramente e per mesi dovranno stare all'interno di incubatrici sofisticate, curati e sorvegliati 24 ore al giorno con apparecchi di alta tecnologia.

E nessuno di coloro che li cura si sogna di mettere in dubbio che siano nostri pazienti, che siano delle persone. Talora sono così piccoli che i nostri sforzi sono inutili. Muoiono. E noi possiamo solo, assieme ai genitori, battezzarli.

E tutti dimostrano una vitalità inaspettata, data l'età e le dimensioni. Oggi sappiamo che il feto dentro l’utero materno sente odori e sapori. Sente i suoni. Li ricorda dopo la nascita.

Addirittura sappiamo che il feto dalle 30 settimane di gestazione è in grado di sognare. Tutte queste caratteristiche ce ne fanno apprezzare le dimensioni umane. Questo paziente negli ultimi anni è stato oggetto di ricerche per garantirne la salute sin dall’utero materno.


Può farci qualche esempio di cosa intende quando dice che il feto è una persona?

Dottor Bellieni: Appena nato, il bambino mostra in maniera scientificamente dimostrata di riconoscere la voce della sua mamma e di distinguerla dalla voce di un’estranea. Dove ha imparato quella voce, se non nella pancia materna?

Esistono anche delle prove dirette. Per esempio registriamo come variano i movimenti e la frequenza cardiaca del feto se gli trasmettiamo dei suoni improvvisi attraverso la parete uterina. E vediamo che prima sobbalza, poi si abitua, proprio come facciamo noi quando sentiamo una cosa che ci interessa.

In realtà l’evidenza scientifica è immensa. Non si capisce come qualcuno possa pensare che ‘si diventi’ persona ad un certo punto, magari all’uscire dall’utero. In realtà alla nascita dal punto di vista fisico cambia davvero poco: entra l’aria nei polmoni, si interrompe l’arrivo di sangue dalla placenta, cambia il tipo di circolazione del sangue nel cuore, e poco più.

Come dico spesso, solo la fede cieca in arti magiche o in qualche strana divinità può far pensare che esista un salto di qualità ‘umana’ ad un certo punto, non certo la scienza.


Dunque l'affermazione che la vita umana inizia alla nascita è meno scientifica di quella che sostiene essere legata al momento del concepimento?

Dottor Bellieni: Senza dubbio! Da quando si uniscono i patrimoni genetici dell’ovulo e dello spermatozoo, inizia un processo che è unico e irripetibile proprio perché nessuno al mondo ha un DNA uguale a quello di quella cellulina fecondata.

Tanto meno i suoi genitori. Dunque è assurdo dire che il feto è proprietà della madre (o del padre). Qualche giorno fa parlavo a delle ragazze delle superiori e dicevo loro: "Se oggi tornate a casa e il vostro babbo vi dice di fare qualcosa perché siete 'sue', perché siete 'un suo diritto', voi cosa pensate? Che il vostro babbo non si senta bene. Ecco oggi vi stanno insegnando questo: che il figlio è un diritto dei genitori, una ‘scelta’ dei genitori”.


Non è così?

Dottor Bellieni: Ci mancherebbe altro! Proprio studiando il bambino prematuro, il feto, ci si rende conto che la dignità umana non la si acquista con la maggior età, o con la nascita o con il peso, altrimenti sarebbero umani solo quelli belli, ricchi, potenti.

Ci hanno provato nella storia. Il rispetto verso questi piccoli bambini così fragili è immediato e ci insegna che il loro valore (il nostro valore) non dipende da cose contingenti: dipende solo dall’esserci, e far parte di quel livello della natura che si chiama umanità.

E’ facile, per poter agire su qualcuno, togliergli lo status di persona; ma non dobbiamo permetterlo.


Ma con la fecondazione artificiale molte famiglie sembrano trovare la serenità di un figlio...

Dottor Bellieni: Possiamo augurare a questi genitori tutte le soddisfazioni possibili. Comunque non dobbiamo dimenticare che la fecondazione in vitro mette in discussione la sopravvivenza di tanti embrioni.

E non dobbiamo dimenticare che i rischi non sono poi così pochi. La fecondazione in vitro può determinare problemi per la mamma: è uscito nel 2001 un bel libro di una giornalista Francese di "France 2" intitolato "Un bambino ma non ad ogni costo", dove racconta le sue vicissitudini in questo campo.

Inoltre, è appena uscito un altro libro dello psichiatra francese Benoist Bayle "L'embrione sul lettino. Psicopatologia della riproduzione umana", dove spiega i rischi psichiatrici di queste pratiche.

Ma basta leggere la letteratura scientifica. E’ sorprendente come venga bellamente ignorata. La fecondazione in vitro è a rischio di dare plurigemellarità e prematurità. E questi sono rischi per la salute del bambino che nasce. Altri lavori, poi, pubblicati nel 2002 mostrano come questi rischi esistano anche se viene impiantato un singolo embrione.


Che dire in conclusione?

Dottor Bellieni: Che esistono dei paradossi. Tanto che all’estero le cose vanno diversamente. In Francia esiste una specie di "Garante per l’Infanzia" eletto dal parlamento: madame Claire Brisset, una famosa giornalista.

Costei, proprio nell’interesse dei bambini così concepiti ha chiesto la moratoria per la tecnica di fecondazione detta ICSI, quella in cui viene introdotto nell’ovulo tutto lo spermatozoo con un minuscolo ago.


Ci può dire a quali paradossi si riferisce?

Dottor Bellieni: In primo luogo, il fatto che tutti ricordiamo le proibizioni di mangiare carne bovina per paura di encefalite spongiforme. E quanti sono stati i casi di persone colpite? Tuttavia le autorità sanitarie hanno giustamente adottato dei criteri di precauzione.

Per quanto riguarda queste pratiche fecondative, noi sappiamo quali sono i rischi sulla salute di chi viene concepito e della donna. E’ giusto correrli? E’ giusto farli correre ai propri figli? O è più giusto un atteggiamento di prudenza?

Inoltre vorrei davvero che si dicesse basta con un atteggiamento antiscientifico, che considera la vita prenatale una vita di serie B. E il paradosso è che invece viene accusata la Chiesa di ritardare il progresso. Semmai la Chiesa ha una atteggiamento di tutela della salute.

Vorrei ricordare che la fecondazione in vitro fu inventata da un prete: l’abate Lazzaro Spallanzani, 300 anni fa. Univa il seme con l’ovulo di rana “in vitro” e otteneva i girini. Usava lo sperma di cane per fecondare artificialmente la cagnolina. Fu un precursore. Fu uno scienziato. Sapeva cosa si può fare all’animale e cosa invece si può fare all’uomo.

L'ANIMA ESISTE DAL MOMENTO DEL CONCEPIMENTO

L’ESISTENZA DI UN’ANIMA SPIRITUALE

FIN DALL’ISTANTE DEL CONCEPIMENTO

DI UN ESSERE UMANO

Alcune riflessioni bibliche che dimostrano “inconfutabilmente” l’esistenza di un’anima spirituale

in un essere umano “già” “proprio” del “primo istante” del “concepimento”

Le seguenti riflessioni bibliche vogliono costituire un aiuto nella dimostrazione dell’esistenza di un’anima spirituale in un essere umano “già” “proprio” del “primo istante” del “concepimento”.

Per comprendere questa verità basta riflettere attentamente sull’evento dell’Incarnazione del Figlio di Dio nel grembo di Maria Vergine, come anche sul dogma della Immacolata “Concezione” di Maria.

Riguardo all’Incarnazione del Figlio di Dio nel grembo purissimo di Maria Vergine, la Sacra Scrittura afferma senza ombra di dubbio che l’Incarnazione del Figlio di Dio avvenne nell’istante stesso del miracoloso concepimento in Maria Vergine, e non dopo di esso (concepimento), a riprova che si diviene “persona umana” a tutti gli effetti da quell’istante del concepimento iniziale: nell’unica “persona” di Gesù Cristo, infatti, si è “unita” “ipostaticamente” – proprio dall’istante del concepimento – “la natura umana” (dotata, cioè, di un corpo e di un’anima spirituale) e “la natura divina” (il Verbo, la Seconda Persona della SS.ma Trinità, Dio stesso, Puro Spirito e dotato “per essenza” di Intelligenza e Volontà).

In proposito, non è “chiarissimo” nel Vangelo “proprio” l’episodio “storico” dell’”Annunciazione alla Vergine Maria” da parte dell’Arcangelo Gabriele, dopo del cui annunzio, all’assenso di Maria, “avvenne” “in lei” “il concepimento” – proprio in “quell’istante” stesso – di “un figlio”?

Non disse, infatti, l’Angelo a Maria: “ECCO CONCEPIRAI UN FIGLIO – “proprio” “appena” lo avrebbe “concepito” –, LO DARAI ALLA LUCE - dopo nove mesi di “gestazione” di “un figlio” – E LO CHIAMERAI GESU’. SARA’ GRANDE E CHIAMATO FIGLIO DELL’ALTISSIMO”?

Non è “evidentissimo”, quindi, nella Parola di Dio, che è proprio “dall’istante” stesso del “concepimento” verginale e miracoloso, fino al parto “sempre vergine”, che Maria aveva “già” un “suo” “figlio”? E lei perciò divenne “Madre” di Gesù Cristo, “già” dal “primo istante” del “concepimento”?

Come si può parlare, d’altra parte, di “maternità” in una donna se “il concepito” non fosse “una persona umana” dal “primo istante” dell’inizio della “maternità”?… Se “il concepito” non fosse “una persona umana”, neppure si potrebbe dire di una donna che ha concepito che “è iniziata” la sua “maternità”! Ma allora “la maternità” da quando inizia?… Se invece, in Maria Vergine, come in ogni donna, si dice che dall’istante del concepimento “ha concepito un figlio” ed è iniziata la sua “maternità”, allora quel “figlio” che “ha concepito” è indiscutibilmente “una persona umana” (cioè, dotata di un corpo e di un’anima spirituale infusa direttamente da Dio nell’istante stesso del concepimento).

In altre parole, la Seconda Persona della SS.ma Trinità “si è incarnata” nel grembo di Maria Vergine nell’istante stesso del concepimento miracoloso (ad opera dello Spirito Santo) della “natura umana” di Gesù Cristo in Maria: da ciò si deve affermare che “dall’istante del concepimento” “il Figlio di Dio” (cioè, Dio stesso: Eterno, Infinito, Onnipotente) era disceso nel grembo di Maria unendosi indissolubilmente alla “natura umana” di Gesù Cristo (già dotato, oltre che del corpo, anche di una intelligenza e di una volontà umane, cioè di un’anima spirituale da quel primo istante del concepimento). Se così non fosse non si potrebbe parlare di Incarnazione del Figlio di Dio in Gesù Cristo dopo l’annunzio dell’Angelo a Maria e il di lei assenso.

Inoltre, anche della stessa Vergine Maria, noi cristiani ne onoriamo solennemente l’”Immacolata Concezione”, l’8 dicembre di ogni anno. Maria fu “immacolata” appunto “dall’istante” del “concepimento” e non “dopo” di esso.

Non avrebbe potuto essere definita “immacolata da quell’istante” se da “quell’istante del concepimento” ella non fosse già stata una “persona umana vivente”, già dotata cioè di tutte le componenti fisiche e psichiche (già programmate nel DNA iniziale, unico e irripetibile) e spirituali (con un’anima spirituale – dotata già di “intelligenza” e di “volontà” – infusa da Dio direttamente nell’istante del suo “concepimento immacolato”). L’immacolatezza, infatti, è una proprietà che riguarda “l’anima spirituale” di Maria (cioè, la “preservazione” dalla colpa del Peccato Originale) e non il suo corpo: quindi, quando ella fu “concepita” nel grembo della madre Sant’Anna, ebbe “nell’istante stesso del concepimento” l’”infusione” dell’”anima spirituale”, appunto “immacolata”, per “un privilegio straordinario”, essendo stata ella predestinata a divenire la “Madre di Dio”.

Come non ricordare, infine, l’antichissima e sempre ancor più “rivelante” “verità” che ci viene sempre dal Vangelo, in quell’episodio in cui la Vergine Maria, avente già in grembo “Gesù Bambino”, salutò, al suo arrivo nella sua casa, la cugina Elisabetta, avente in grembo, a sua volta, il profeta Giovanni Battista, e che, al saluto di Maria, esclamò a gran voce: “BENEDETTA TU FRA LE DONNE, E BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO GREMBO! A CHE DEBBO CHE LA MADRE DEL MIO SIGNORE VENGA A ME? ECCO, APPENA LA VOCE DEL TUO SALUTO E’ GIUNTA AI MIEI ORECCHI, IL BAMBINO – il “bambino”, proprio “un bambino” – HA ESULTATO DI GIOIA NEL MIO GREMBO” (Lc.1,42-45).

Anche questo episodio “storico”, di 2000 anni fa, sono “una rivelazione chiarissima” sulla “verità” della “natura umana” (cioè dotata di un corpo e di un’anima spirituale) del “concepito”, anche nei vari stadi del suo sviluppo (Maria Vergine, con “Gesù Bambino” concepito da pochi giorni e che ha santificato dal grembo di lei il piccolo Giovanni Battista, nel grembo di Elisabetta già da sei mesi, e così tanto “vitale” e “cosciente” da “esultare di gioia” nel grembo della madre!).

Alla luce di queste riflessioni, e di altre che se ne potrebbero portare, poiché dice la Sacra Scrittura che “Egli (Dio) ha in mano l'anima di ogni vivente e il soffio d'ogni carne umana” (Gb.12,10), appaiono quanto mai appropriate anche le parole di Gesù sull’esistenza dell’anima e la sua immortalità: “Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima?” (Mc.8,36-37).

Allora appare davvero importante l’esortazione di San Pietro: “Cercate di adornare l'interno del vostro cuore con un'anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio” (1^Pt.3,4).


Prof. GIORGIO NICOLINI
Posta Elettronica: giorgio.nicolini@poste.it

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L'ABORTO PROCURATO E' UN RAGGIRO MORTALE

L'aborto procurato è un raggiro mortale. Lo afferma proprio uno dei fondatori del movimento abortista negli Stati Uniti, il dott. Bernard Nathanson, famoso ginecologo di New York. Ora Nathanson, dichiarandosi responsabìle di 75.000 aborti, si prodiga in tutto il mondo, con il Movimento per la vita, affinché sia rispettato il diritto alla vita di ogni uomo sin dal suo concepimento.
In Irlanda a Dublino, durante la campagna per il referendum del 7 settembre 1983 sul "Pro‑Life Amendment", vinto con una maggioranza di due terzi dal Movimento per la vita, Nathanson ha pronunciato un discorso che tutti devono conoscere.

Eccone la traduzione.

Dopo la pubblicazione in America del mio libro, tre anni fa, sono stato spesso invitato a tenere conferenze con il deputato Henry Hyde, eminente rappresentante del movimento per la vita nel Congresso degli Stati Uniti. La stampa, a proposito di queste conferenze, ha coniato l'espressione "Hyde Show"; in effetti il deputato Hyde è alto un metro e 70 cm, pesa 125 kg, assomiglia ad un giocatore di rugby o di calcio. Oratore brillante ed agile, con una folta chioma argentea, si presenta così: "Sono un feto, vecchio di 660 mesi...".
Parlerò oggi di politica e di chirurgia abortiva in generale, accennando specialmente agli emendamenti "pro‑life", alla Costituzione. Ci battiamo per una penalizzazione definitiva ed irrevocabile dell'aborto. A quelli, che pur essendo contrari all'aborto, giudicano l'emendamento della Costituzione una misura inutile e troppo drastica, rispondo menzionando elementi di storia americana per convincerli dell’utilità di questa mossa tattica.
Molti hanno sentito parlare di me come del "direttore della più grande clinica abortiva del mondo", il "Centro per la salute sessuale e riproduttiva" (Crash), di New York. In dieci anni, come fondatore e direttore di questa clinica, ho effettuato numerosissimi aborti: 60.000 dal febbraio 1972 al settembre 1973, vale a dire dalla liberalizzazione dell'aborto. Avevo 35 medici alle mie dipendenze. La clinica operava dalle 8 del mattino a mezzanotte dei giorni feriali e festivi, escluso solo il giorno di Natale. lo stesso ho effettuato privatamente circa 15.000 altri aborti e così sono responsabile in tutto di circa 75.000 aborti. Non sono fiero di questi dati statistici, ma è necessario tenerli presenti. Il mio discorso ne guadagnerà in credibilità e autorità.
Sono stato uno dei fondatori della Naral (National association for repeal of abortion law), l'unione nazionale per l'abrogazione della legge sull'aborto, chiamata più tardi "Lega d'azione per il diritto all'aborto" (Abortion rights action league). Quest’ultima fu il primo gruppo politico attivo per la legalizzazione dell'aborto negli Stati Uniti, fondato da Laurence Lader, Betty Freedan, nota femminista, Carol Brightcer, attiva nella politica a New York City, e da me, nel 1968. A quell'epoca era temerario fondare un movimento simile.
Eravamo in pochi, i nostri mezzi limitati (7.500 dollari il primo anno) ed era audace l'idea di voler cambiare le leggi sull'aborto. Secondo sondaggi non ufficiali, il 99,5% dell'opinione pubblica a New York City era contro una legalizzazione dell'aborto. Noi quattro fondatori, riuscimmo però in due anni a rovesciare a New York la legge contro l'aborto in vigore da 140 anni. Questa città divenne così la capitale dell'aborto in America. Tre anni più tardi, su nostra richiesta, la Corte Suprema legalizzò l'aborto nei 50 Stati dell'Unione. La nostra tattica, per realizzare il nostro scopo, è stata con piccole varianti, la stessa di quella usata in tutto il mondo occidentale. Per chi mi ascolta, è importante saperlo. Vale per tutti: per l'Italia, per il Canada, come per la Gran Bretagna. In questo momento la lotta infuria nella cattolicissima Spagna. Non c'è società occidentale che venga risparmiata. Tutte ne subiscono il contagio.
Nel 1968, il nostro gruppo, la Naral, era consapevole di andare incontro ad una sconfitta nel caso di un sondaggio serio ed onesto. Indicammo così ai mass‑media e al pubblico i risultati di un sondaggio fittizio, nel quale, secondo noi un 50‑60% degli americani erano favorevoli alla liberalizzazione dell'aborto. La nostra tattica consisteva nell'invenzione di dati frutto di consultazioni popolari inesistenti. Il nostro obiettivo divenne presto realtà. Il pubblico, al quale dicevamo che tanti erano per l'aborto, mutò opinione e diventò davvero favorevole all'aborto. Vorrei dunque consigliare di essere molto critici e guardinghi di fronte a informazioni, diffuse dalla stampa e da notiziari della radio e della televisione: purtroppo l'informazione inesatta e tendenziosa rimane per gli abortisti il metodo migliore di propaganda.
Drammatizzando la situazione, trovammo appoggi nella popolazione. Falsificammo i dati sugli aborti clandestini (sapevamo che il loro numero si aggirava intorno ai 100.000) dando ripetutamente al pubblico e alla stampa la cifra di un milione. Così anche HitIer, ripetendo il falso, riuscì a convincere tutta la Germania della veridicità di quanto asseriva. Sapevamo che la mortalità annuale negli aborti clandestini era di circa 200‑250 donne. Noi invece dicevamo che ogni anno morivano circa 10.000 donne per aborto clandestino. Questi dati fittizi influenzarono l'opinione pubblica americana che si convinse della necessità di cambiare la legge.
Il primo anno dopo la liberalizzazione, il numero degli aborti conosciuti salì ad almeno 750.000. Questa cifra, salì nel 1980 a 1,55 milioni, secondo i dati ufficiali. L'aumento degli aborti, dalla loro legalizzazione, si è dunque moltiplicato per 15 (dai 100.000 di prima si è passati infatti a 1,55 milioni nel 1980). Questa constatazione basta a dimostrare quanto fosse nefasta la nostra propaganda.

Una delle nostre tattiche consisteva nel convincere la gente che la penalizzazione dell'aborto avrebbe aumentato considerevolmente il numero degli aborti clandestini. Invece dai dati qui sopra elencati, risulta il contrario: è lecito pensare, che nel caso di una penalizzazione torneremmo ad una cifra vicina a quella anteriore, cioè a circa 100.000.
L'aumento degli aborti dopo la loro liberalizzazione sta anche a dimostrare la diminuzione nella popolazione del senso di responsabilità in materia sessuale. Attualmente l'aborto viene considerato da molti alla stregua di un controllo delle nascite e non c'è la possibilità di fermarne la valanga.
Ci siamo pure serviti della cosiddetta "carta cattolica", rivelatasi molto proficua per la nostra propaganda. Nel 1968 l'opinione pubblica da noi si schierava contro la guerra del Vietnam. Tutti, giovani, studenti ed intellettuali compresi, erano contrari a questa guerra. La gerarchia cattolica invece la appoggiava ancora. Noi, alludendo a questo suo atteggiamento, ed evocando quello da lei adottato di fronte all'aborto, tirandone conseguenze a nostro profitto, guadagnavamo alle nostre idee, quelli che erano contrari a questa guerra (e dunque, secondo noi, favorevoli all'aborto... ). Confidando nell'appoggio dei cattolici, cosiddetti intellettuali e liberali, evitando di attaccare il Papa, per non alienarci simpatie, combattevamo invece la gerarchia cattolica, convincendo i mass‑media della sua influenza negativa in merito al problema della liberalizzazione dell'aborto.
Ho conservato alcuni documenti inerenti alla mia attività di allora. Si tratta di circolari, mandate ai nostri gruppi d'azione, con le quali denunciavamo l'atteggiamento della Chiesa cattolica in materia. I mass‑media se ne impadronirono ed ebbero così un grande impatto sull'opinione pubblica. Ecco alcuni esempi di questa propaganda. Circolare dei 12 maggio 1972 della Naral: parlando dei presidente Níxon, «gli si rimproverava di essersi messo d'accordo con la gerarchia cattolica ed ì] cardinale Cooke, nella campagna contro l'aborto a New York, per ottenere voti». Anche nel Michigan, continua il documento, Nixon «militò contro l'aborto assieme alla gerarchia cattolica, rischiando di far degenerare la questione in una guerra di religione». «La gerarchia cattolica è decisa ad imporre le sue opinioni in materia d'aborto, e presto sarà in pericolo la Carta dei diritti, perché il cardinale Cooke farà legge anche nelle nostre camere da letto. Inammissibile che la Chiesa, legiferando imponga ad una donna di avere un figlio contro la sua volontà. L'esperienza di New York ha dimostrato l'inesorabilità della gerarchia cattolica, la sua totale mancanza di rispetto dell'opinione della maggioranza dei cattolici». In questo modo siamo riusciti a dividere i cosiddetti cattolici liberali dalla loro gerarchia e a infrangere la loro resistenza all'aborto.
Ancora un estratto della circolare: «Sondaggi d'opinione confermano nuovamente che la maggioranza dei cattolici desidera una riforma della legge. Lo dimostra il numero delle donne cattoliche che hanno praticato l'aborto: corrisponde alla loro percentuale nella popolazione totale».
Quanti inganni, quante bugie!
Altro argomento in nostro favore: cercare di stigmatizzare una Chiesa gerarchica e reazionaria, spingendo i cattolici liberali a cambiar campo, schierandosi con noi in favore di una revisione della legge: «molti cattolici, pur non essendo personalmente per l'aborto, pensano che le donne debbano scegliere loro stesse la via da seguire in un campo tanto privato. Per sostenerle, consigliamo l'organizzazione in gruppi dei cattolici in favore di un cambiamento della legge».
Citiamo un altro documento estratto dal Protocollo di un incontro al vertice avvenuto a Chicago il 9 gennaio 1971, presente l'elite dei nostro movimento: politici, deputati, senatori ed alti funzionari. «La maggior opposizione alla revisione della legge sull'aborto viene dalla Chiesa cattolica e dalle organizzazioni da lei appoggiate e finanziate come il "movimento per il diritto alla vita" (Right to life movement). Tutti i presenti sono al corrente della loro propaganda in questo senso. Sarà dunque importante sostenere movimenti di cattolici in favore della liberalizzazione dell'aborto, come quello di personalità attorno a Robert Dyman, deputato, e al cardinale Cushing». Quest'ultimo non era mai stato fautore di una revisione della legge. Diffondendone però la falsa notizia, siamo riusciti a convincere una certa quantità di cattolici indecisi e ad attirarli dalla nostra parte.
In un altro documento, sotto il titolo "Profilo dell'opposizione" la Naral afferma: «L'opposizione (cioè la Chiesa cattolica) rappresenta una minaccia, dispone di mezzi finanziari importanti, è ben organizzata e possiede una rete funzionale di comunicazioni. I suoi argomenti polarizzano l'attenzione su certi valori religiosi, a danno di una società democratica». Chi invece predicava e con grande successo una polarizzazione religiosa, eravamo noi!



Questa nostra campagna di propaganda serviva:



a) a convincere i mass‑media che gli antiabortisti erano tutti cattolici o cripto‑cattolici, sottomessi alla gerarchia;

b) che i difensori dell'aborto erano invece colti, liberali, intellettuali, progressisti;

c) che a parte i cattolici, nessuno era antiabortista.



Invece le Chiese ortodosse orientali, le "Churches of Christ", I'"American Baptist Association" la Chiesa luterana, le Chiese metodiste, l'Islam, l'Ebraismo ortodosso, i Mormoni, le "Assemblies of God" (la più grande comunità ‑ 15 milioni ‑ di Pentecostali negli Stati Uniti) erano all'unanimità contro l'aborto.

Diverse comunità religiose avevano una posizione più mitigata senza però ammettere la liberalizzazione dell'aborto: la "Lutheran Baptist Convention", la Chiesa americana luterana, la Chiesa presbiteriana, e le Chiese battiste.

Questa lista impressionante di Chiese non fu però mai pubblicata, e la nostra propaganda si limitò a denunciare la Chiesa cattolica.
Ho sotto gli occhi una notizia del "Religions news service" apparsa due settimane fa in Giappone, Paese nel quale il cattolicesimo è ben poco diffuso. Ora un movimento importante nel Parlamento chiede l'abrogazione della legge dei 1949, che aveva autorizzato l'aborto; ciò per le catastrofiche conseguenze socio‑economiche.
I documenti da me citati, asseriscono che è anticostituzionale, da parte di gruppi religiosi, combattere l'aborto in violazione della legge che sancisce la separazione tra Stato e Chiesa. Tacciono invece sul fatto che nel 1850 e nel 1860 furono pastori protestanti i promotori del movimento contro la schiavitù, che Martin Luther King, il difensore dei diritti civili per tutti era anche lui pastore e che preti cattolici come i Barrigan furono attivi nella campagna contro la guerra del Vietnam, al punto di essere perfino incarcerati per parecchi anni.
Questo fu il nostro modo tendenzioso di presentare le cose. Quando, da noi, la Conferenza episcopale si pronunciò per la sospensione delle armi atomiche, fu lodata dalla stampa per le sue idee progressiste. Nessuno criticò questa "ingerenza" negli affari dello Stato. Questa stessa Conferenza episcopale fu però aspramente criticata e attaccata quando appoggiò una mozione parlamentare che chiedeva la revoca della legge permissiva sull'aborto. Sfortunatamente sarà molto difficile ottenere questa revoca. Si tratta non solo di reprimere la tendenza attuale e di modificare un articolo della Costituzione, ma anche di annullare una sentenza della Corte Suprema.

Consiglio ai gruppi "Pro Life'' della vostra Repubblica di tirare le dovute conseguenze dalla nostra esperienza, prima che la vostra Corte Suprema vi imponga una legge simile alla nostra.

A parte la "carta cattolica" due altri metodi ci guidavano nella nostra propaganda.

Il primo consisteva nel negare, malgrado le prove scientifiche attuali, che la vita ha inizio con il concepimento, che dunque nell'utero esiste già una persona, e che quest'ultima pretende protezione e sicurezza come noi.

Il secondo metodo consisteva nell'influenzare i mass‑media, ed era senz'altro il più efficiente.

Spesso mi si domanda: dottore, come è possibile che lei abbia cambiato così radicalmente strada e quali ne sono i motivi?

Ecco: la risposta.

Quando lasciai la clinica, diventai direttore della divisione maternità di un grande ospedale di New York, la Columbia University Medical School. Ero responsabile del servizio prenatale. Nel 1973, quando assunsi questa carica, erano appena state scoperte e usate nuove tecnologie, come ultrasuoni, amniocentesi, cardiotopografia, per appurare la salute del feto.

La seconda tattica (giocando la "carta cattolica") consisteva nel negare la prova scientifica - ora irrefutabile ‑ dell'inizio della vita già a partire dal concepimento. Insistiamo sul fatto che questo problema non deriva dalla scienza ma dalla teologia, dal diritto, dall'etica, e dalla filosofia. I gruppi favorevoli all'aborto ribadiscono il fatto che è impossibile stabilire scientificamente l'inizio della vita.

A dimostrazione della futilità di questa asserzione, cambiamo la parola “vita” con la parola “morte”. Se, come lo vorrebbero i gruppi abortisti, quest'ultima derivasse da un concetto morale, giuridico o teologico, ma non scientifico, sarebbe impossibile certificare la morte di qualcuno e i morti dei nostri cimiteri avrebbero diritto di voto. La mancanza di una definizione per la morte, in contrapposizione alla vita, creerebbe un caos totale.

Difatti nel 1976 il presidente Carter incaricò una commissione di trovare una definizione della morte e di presentarla al Congresso, in modo che medici, avvocati, giudici ed altri potessero servirsene per dichiarare morta una persona. Da una parte tanti sforzi per definire la morte, dall'altra la dichiarazione dei gruppi abortisti, secondo i quali non si può definire la vita...

Dobbiamo invece definirla. E’ una esigenza non solo scientifica, ma anche giuridica e morale. La vita si può definire: inizia dal concepimento, dalla fecondazione, e a partire da questo momento, l’essere concepito è un essere umano. Non esiste un altro momento nell'utero materno, nel quale da una "non‑persona" un essere diventa "persona", Non esiste nessuna mutazione subitanea durante la gravidanza e la vita è un filo continuo, dall'inizio alla fine.

Credo quindi che l'aborto sia un atto di violenza inammissibile e che rappresenti la distruzione sistematica della vita umana. Pur ammettendo il fatto che una gravidanza non desiderata può creare gravi problemi, non è con la distruzione della vita che se ne troverà la soluzione, ma nella ricchezza dell'ingegno umano. L'aborto è una capitolazione di fronte a problemi sociali spiacevoli, una accettazione della violenza.

Come scienziato so ‑ non credo, ma so ‑ che la vita ha inizio con il concepimento. Benché io non sia praticante, credo con tutto il cuore ad una esistenza divina che ci impone di mettere irrevocabilmente un termine ad un tale delitto.

La storia non ci perdonerebbe una mancanza di coraggio, un fallimento.

Vi ringrazio.

http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/nathanson.htm

COSA DICE LA SACRA BIBBIA SULL'ABORTO

ABORTO


In Genesi 1:1, la Bibbia dichiara "Nel principio" Dio. L’esistenza di Dio è un fatto. Dio è, Dio regna e governa. Salmo 19:1- I CIELI RACCONTANO LA GLORIA DI DIO E IL FIRMAMENTO ANNUNZIA L’OPERA DELLE SUE MANI. E’ scritto in Romani 1:20- INFATTI LE SUE QUALITà INVISIBILI, LA SUA ETERNA POTENZA E DIVINITà, SI VEDONO CHIARAMENTE FIN DALLA CREAZIONE DEL MONDO ESSENDO PERCEPITE PER MEZZO DELLE OPERE SUE; PERCIò ESSI SONO INESCUSABILI.
Genesi 1:1,27,28- NEL PRINCIPIO DIO CREò I CIELI E LA TERRA. Genesi 1:26-28- POI DIO DISSE: FACCIAMO L’UOMO A NOSTRA IMMAGINE, CONFORME ALLA NOSTRA SOMIGLIANZA, E ABBIA DOMINIO SUI PESCI DEL MARE, SUGLI UCCELLI DEL CIELO, SUL BESTIAME, SU TUTTA LA TERRA E SU TUTTI I RETTILI CHE STRISCIANO SULLA TERRA. DIO CREò L’UOMO A SUA IMMAGINE; LO CREÒ A IMMAGINE DI DIO, LI CREÒ MASCHIO E FEMMINA. DIO LI BENEDISSE; E DIO DISSE LORO: SIATE FECONDI E MOLTIPLICATEVI; RIEMPITE LA TERRA, RENDETEVELA SOGGETTA, DOMINATE SUI PESCI DEL MARE E SUGLI UCCELLI DEL CIELO E SOPRA OGNI ANIMALE CHE SI MUOVE SULLA TERRA. Nota l’ordine di Dio: SIATE FECONDI E MOLTIPLICATEVI.

La Scrittura ha rivelato a noi che Gesù è la Parola e Lui è Dio.-ref Giovanni 1:1,14, Gesù è anche la vita. –ref Giovanni 1:4, Giovanni 5:26, 5:40, 6:33, 6:35, 6:63. Giovanni 10:10 dice- IL LADRO NON VIENE SE NON PER RUBARE, AMMAZZARE E DISTRUGGERE; IO SON VENUTO perché ABBIANO LA VITA E L’ABBIANO IN ABBONDANZA. Ancora, diciamo che Gesù è la vita, però Satana viene per uccidere e distruggere.

Nella Genesi, l’accordo di Dio è per la vita e condanna l’aborto. Dio dice SIATE FECONDI E MULTIPLICATEVI – Genesi 1:28 L’accordo di vita è la famiglia. E’ scritto – Salmo 127:3 – ECCO, I FIGLI SONO UN DONO CHE VIENE DAL SIGNORE; IL FRUTTO DEL GREMBO MATERNO E’ UN PREMIO. L’uomo prende quello che Dio chiama il Suo premio e l’aborto. E’ scritto – Proverbi 17:6 – I FIGLI DEI FIGLI SONO LA CORONA DEI VECCHI, E I PADRI SONO LA GLORIA DEI LORO FIGLI. L’accordo di Dio della vita, della famiglia e dei bambini rifiuta e condanna l’aborto.

Adesso, America protegge (cosi detta estinta) l’uovo di testuggine, uccelli, e piccoli animali, però massacra il frutto dell utero. Una persona può prendere una multa per danneggiare l’uovo di testuggine è riceve un pagamento per uccidere la vita umana non ancora nata.

Nel 1997, 1,184,758 aborti è stato presentato alla CDC. La maggior parte sono donne bianche e nubili. Questo significa che ci sono più o meno 3,245 aborti in America ogni giorno. Il totale numero di aborti in America dal 1972 fino al 1999 e più o meno di 33,061,034 con 586,760 presentati nel 1972. In tutto il mondo il totale sarebbe molte volte di più. Adesso è legale in America abortire una vita umana fino al nono mese di gravidanza. Il frutto dell’utero è una vita umana. E’ segnalato che la scienze medica può invidiare la vita al giorno 12 della gravidanza. Però, nel momento in cui la sperma entra nell’uovo la vita e decretato da Dio. Il frutto del’utero è un’anima che Dio ha decretato e conosce.

E’ scritto in Esodo 21:22-23- SE DURANTE UNA RISSA QUALCUNO COLPISCE UNA DONNA INCINTA E QUESTA PARTORISCE SENZA CHE NE SEGUA ALTRO DANNO, COLUI CHE L’HA COLPITA SARà CONDANNATO ALL’AMMENDA CHE IL MARITO DELLA DONNA GLI IMPORRà; E LA PAGHERà COME DETERMINERANNO I GIUDICI; MA SE NE SEGUE DANNO, DARAI VITA PER VITA.- Dio chiama il frutto dell’utero VITA.

E scritto in Isaia 49:1- ISOLE, ASCOLTATEMI! POPOLI LONTANI, STATE ATTENTI! IL SIGNORE MI HA CHIAMATO FIN DAL SENO MATERNO, HA PRONUNZIATO IL MIO NOME FIN DAL GREMBO DI MIA MADRE. Dio ha conosciuto Isaia ancora prima che lui nascese. Lui sapeva il suo nome. Cosa sarebbe successo se qualcuno ha provato di abortire il profeta Isaia?

E’ scritto nella Genesi 25:21-26 – ISACCO IMPLORò IL SIGNORE PER SUA MOGLIE REBECCA, PERCHè ELLA ERA STERILE. IL SIGNORE L’ESAUDI’ E REBECCA, SUA MOGLIE, CONCEPI’. I BAMBINI SI URTAVANO NEL SUO GREMBO ED ELLA DISSE: SE COSI E’, PERCHE’ VIVO? E ANDO’ A CONSULTARE IL SIGNORE. IL SIGNORE LE DISSE: DUE NAZIONI SONO NEL TUO GREMBO E DUE POPOLI SEPERATI USCIRANNO DAL TUO SENO. UNO DEI DUE POPOLI SARA’ Più FORTE DELL’ALTRO, E IL MAGGIORE SERVIRà IL MINORE. QUANDO VENNE PER LEI IL TEMPO DI PARTORIRE, ECCO CHE LEI AVEVA DUE GEMELLI NEL GREMBO. IL PRIMO CHE NACQUE ERA ROSSO E PELOSO COME UN MANTELLO DI PELO. COSI’ FU CHIAMATO ESAù. DOPO NACQUE SUO FRATELLO, CHE CON LA MANO TENEVA IL CALCAGNO DI ESAù E FU CHIAMATO GIACOBBE. ISACCO AVEVA SESSANT’ANNI QUANDO REBECCA LI PARTORI’. Dio ha l’autorita. E’ Lui che causa la concezione. Lui conosce i nomi del frutto dell’utero prima che nascono. Loro sono bambini vivi. Dio conosce la personalità di ognuno prima che nascono. Lui sa i dettagli della loro vita e cosa faranno. Cosa sarebbe successo se qualcuno avesse abortito Esaù e Giacobbe?

E’ scritto in Luca 1:13-17- MA L’ANGELO GLI DISSE: NON TEMERE, ZACCARIA, PERCHè LA TUA PREGHIERA E’ STATA ESAUDITA; TUA MOGLIE ELISABETTA TI PARTORIRà UN FIGLIO, E GLI PORRAI NOME GIOVANNI. TU NE AVRAI GIOIA ED ESULTANZA, E MOLTI SI RALLEGRERANNO PER LA SUA NASCITA. Perché SARà GRANDE DAVANTI AL SIGNORE. NON BERRà Né VINO Né BEVANDE ALCOLICHE, E SARà PIENO DI SPIRITO SANTO FIN DAL GREMBO DI SUA MADRE; CONVERTIRà MOLTI DEI FIGLI D’ISRAELE AL SIGNORE, LORO DIO; ANDRà DAVANTI A LUI CON LO SPIRITO E LA POTENZA DI ELIA, PER VOLGERE I CUORI DEI PADRI AI FIGLI E I RIBELLI ALLA SAGGEZZA DEI GIUSTI, PER PREPARARE AL SIGNORE UN POPOLO BEN DISPOSTO. Dio ha fatto un miracolo. Lui ha permessa la concezione di Giovanni il battista. Prima che Elisabetta lo concepisse, Dio sapeva di Giovanni il battista. Lui sapeva quando sarebbe nato. Lui sapeva il suo nome. Lui sapeva di questo bambino. Lui sapeva della vita di Giovanni. Il Vangelo di Matteo dice di Giovanni il battista: Matteo 11:11- FRA I NATI DI DONNA NON E’ SORTO NESSUNO MAGGIORE DI GIOVANNI IL BATTISTA – Cosa sarebbe successo se qualcuno avesse provato ad abortire Giovanni il battista? Luca 1:44 poiché ECCO, NON APPENA LA VOCE DEL TUO SALUTO MI E’ GIUNTA AGLI ORECCHI, PER LA GIOIA IL BAMBINO MI E’ BALZATO NEL GREMBO. Questo significa che il frutto dentro il grembo di Elisabetta era solo una massa di cellule senza senso o era una vita? E’ chiaro che il frutto del suo grembo era una vita umana decretata da Dio.

E’ scritto – Luca 1:26-32- AL SESTO MESE, L’ANGELO GABRIELE FU MANDATO DA DIO IN UNA CITTà DI GALILEA, CHIAMATA NAZARET, A UNA VERGINE FIDANZATA A UN UOMO CHIAMATO GIUSEPPE, DELLA CASA DI DAVIDE; E IL NOME DELLA VERGINE ERA MARIA. L’ANGELO, ENTRATO DA LEI, DISSE: TI SALUTO, O FAVORITA DALLA GRAZIA; IL SIGNORE E’ CON TE. ELLA FU TURBATA A QUESTE PAROLE, E SI DOMANDAVA CHE COSA VOLESSE DIRE UN TALE SALUTO. L’ANGELO LE DISSE: NON TEMERE, MARIA, perché HAI TROVATO GRAZIA PRESSO DIO. ECCO, TU CONCIPERAI E PARTORIRAI UN FIGLIO, E GLI PORRAI NOME GESù. QEUSTI SARà GRANDE E SARà CHIAMATO FIGLIO DELL’ALTISSIMO, E IL SIGNORE DIO GLI DARà IL TRONO DI DAVIDE, SUO PADRE. L’angelo sta annunciando la nascita di Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio. L’arrivo del Messia era gia stato predetto in Genesi 3:15. La concezione miracolo, il nome, l’infanzia, l’età adulta, la morte, e il resurrezione del Messia sono stati decretati da Dio. Giovanni 3:16- perché DIO HA TANTO AMATO IL MONDO, CHE HA DATO IL SUO UNIGENITO FIGLIO affinché CHIUNQUE CREDE IN LUI NON PERISCA, MA ABBIA VITA ETERNA. Cosa sarebbe successo se qualcuno avesse provato ad abortire il figlio di Dio? Cosa sarebbe successo se qualcuno avesse provato ad abortire Maria? Cosa sarebbe successo se qualcuno avesse provato ad abortire "TE"?

Alcune persone dicono che una donna ha il diritto di fare qualsiasi cosa con suo corpo. Però Dio dice: 1 Corinzi 13:16,17- NON SAPETE CHE SIETE IL TEMPIO DI DIO E CHE LO SPIRITO DI DIO ABITA IN VOI? SE UNO GUASTA IL TEMPIO DI DIO, DIO GUASTERà LUI; poiché IL TEMPIO DI DIO E’ SANTO; E QUESTO TEMPIO SIETE VOI. Nonostante tutto, il frutto del utero della donna, non è il suo corpo. Il suo corpo lo nutre, però è una vita separata. Dio sa il nome di questo bambino e anche il suo futuro. La donna può avere l’autorità dell’uomo per uccidere questa vita separata senza essere giudicata, però sappia questo: E’ scritto in Ebrei 9:27- COME E’ STABILITO CHE GLI UOMINI MUOIANO UNA VOLTA SOLA, DOPO DI CHE VIENE IL GIUDIZIO. Questo è la prova che il frutto del grembo non è il suo corpo. Il codice genetico del corpo della donna è uguale se un organo è dentro o fuori dal corpo per esempio un’occhio . Però il frutto del grembo ha un codice genetico differente da quello della madre. E’ una vita separata. Se lei abortisce non uccide una parte del suo corpo, ma sta uccidendo un essere umano che e stato decretato da Dio con una vita e un futuro tutto suo. E’ stato detto che due persone entrano in una clinica per un aborto però solo una uscirà viva. Prendi questo in considerazione. Tutte e due muoiono – uno fisicamente e l’altro psicologicamente. Considera anche questo. E’ stato segnalato che tante donne dopo l’aborto soffrono fisicamente e anche psicologicamente. Tante volte nella vita se quella stessa donna vuole un bambino dopo il matrimonio, è possibile avere complicazioni e che non e più in grado di averne un altro.

E’ scritto: Proverbi 6:16-17- SEI COSE ODIA IL SIGNORE, ANZI SETTE GLI SONO IN ABOMINIO: GLI OCCHI ALTERI, LA LINGUA BUGIARDA, LE MANI CHE SPARGONO SANGUE INNOCENTE – Si, le madri che abortiscono quel bambino, che è di Dio, saranno giudicate al giudizio, però anche coloro che sono coinvolti in omicidio legale d’uomo.

E’ scritto: Isaia 10:1- GUAI A QUELLI CHE FANNO DECRETI INIQUI E A QUELLI CHE METTONO PER ISCRITTO SENTENZE INGIUSTE – Le Parole di Dio danno un avvertimento severo a tutti quelli che vanno contro le regole di Dio. Loro forse non credono in Dio, però questo Dio in cui loro non credono li giudicherà. Infatti, queste parole le giudicherà. E’ scritto Giovanni 12:48 – CHI MI RESPINGE E NON RICEVE LE MIE PAROLE, HA CHI LO GIUDICA; LA PAROLA CHE HO ANNUNCIATA E’ QUELLA CHE LO GIUDICHERà NELL’ULT

IMO GIORNO.

La Parola da Dio e la scienza hanno dimostrato che il frutto del utero è una persona completamente separata della madre. Come gia detto in Salmo 127:3- ECCO, I FIGLI SONO UN DONO CHE VIENE DAL SIGNORE; IL FRUTTO DEL GREMBO MATERNO E’ UN PREMIO. Considera con attenzione cosa dice la Parola di Dio. E’ scritto: Proverbi 3:7-8- NON TI STIMARE SAGGIO DA TE STESSO; TEMI IL SIGNORE E ALLONTANATI DAL MALE; QUESTO SARà LA SALUTE DEL TUO CORPO E UN REFRIGERIO ALLE TUE OSSA. Proverbi 16:6-7- CON LA BONTà E CON LA FEDELTà L’INIQUITA SI ESPIA, E CON IL TIMORE DEL SIGNORE SI EVITA IL MALE. QUANDO IL SIGNORE GRADISCE LE VIE DI UN UOMO, RICONCILIA CON LUI ANCHE I SUOI NEMICI. Luca 13:3- NO, VI DICO; MA SE NON VI RAVVEDETE, PERIRETE TUTTI ALLO STESSO MODO.

Apocalisse 3:18-20- PERCIÒ IO TI CONSIGLIO DI COMPERARE DA ME DELL’ORO PURIFICATO DAL FUOCO, PER ARRICCHIRTI; E DELLE VESTI BIANCHE PER VESTIRTI E PERCHè NON APPAIA LA VERGOGNA DELLA TUA NUDITà; E DEL COLLIRIO PER UNGERTI GLI OCCHI E VEDERE. TUTTI QUELLI CHE AMO, IO LI RIRENDO E LI CORREGGO; SII DUNQUE ZELANTE E RAVVEDITI. ECCO, IO STO ALLA PORTA E BUSSO: SE QUALCUNO ASCOLTA LA MIA VOCE E APRE LA PORTA, IO ENTRERò DA LUI E CENERò CON LUI ED EGLI CON ME.

Se tu stai leggendo questo e stai pensando di avere un aborto—fermati. Non fare questo. Se l’hai gia fatto, c’e ancora speranza. Se tu ti pentirai e riceverai Gesù Cristo con fede come tuo Signore e Salvatore, Lui ti perdonerà. Clicca su SALVEZZA se vuoi essere salvato. Dio ti ama!

http://www.fuocovivo.org/MOVIMENTO/bibbiaeaborto.htm

SI ALLA VITA-NO ALL'ABORTO

Sì alla vita, no all’aborto. Perché?

http://www.regnumchristi.org/italiano/imprimir/index.phtml?se=58&ca=142&te=86&id=4186

Cefid

L´embrione umano ha una sua dignità? Oppure non è considerato un essere umano? Si può parlare della sua tutela giuridica e legale? L’aborto può essere considerato un omicidio allo stato puro di un essere innocente?



La riflessione riguarda il tema dell’identità di embrione, perché solo dopo aver dimostrato che l’embrione umano è un essere umano in toto, allora si potrà parlare della sua tutela giuridica e legale.

La Chiesa, in varie encicliche, per la voce di Papa Paolo VI, con la Donum Vitae, ma soprattutto con l’Evangelium Vitae, di Giovanni Paolo II, si è sempre pronunciata in maniera molto chiara e diretta sul tema dell’aborto. Tuttavia le motivazioni che stanno alla base della denuncia della Chiesa Cattolica nei confronti dell’aborto, non sono esclusivamente di carattere morale e etico. Anzi…le considerazioni morali sono conseguenza diretta di elementi di carattere scientifico che, dimostrando la vita fin dal concepimento, obbligano la morale, l’etica e la legge a prendersi cura dell’embrione come di un qualunque essere umano pienamente sviluppato e giunto alla fase adulta. Partiamo quindi dall’idea che le posizioni della Chiesa trovano riscontro e fondamento nella scienza e nella medicina e che grazie a questi elementi possiamo comprendere realmente.

Il problema fondamentale è domandarsi: quando io ho cominciato ad essere?


L’io umano comincia ad essere quando ha inizio la sua corporeità, per questo motivo, la domanda più corretta è quando il mio corpo ha iniziato ad esistere. A questa domanda la biologia risponde: nel momento della fusione dei due gameti, il gamete maschile e quello femminile, del padre e della madre del bambino.Questa considerazione ha costituito una base veritiera e reale, fin dall’inizio, anche quando gli studi sull’embriologia neppure si conoscevano. A riprova di questo fatto, chi si occupa di fecondazione in vitro, parte dal presupposto che lo zigote, cioè il prodotto dell’unione dei due gameti, viene trasferito nell’utero di un’ altra donna solo per svilupparsi come individuo, ma in realtà il bambino è già stato concepito. Cioè lo zigote è già il bambino che la donna non poteva avere e che ottiene di far crescere nel suo corpo, utilizzando i semi di altri.

L’embriologia e lo studio dello sviluppo dello zigote, hanno solidificato questo concetto. Appena l’ovulo e lo spermatozoo interagiscono tra loro, ne nasce un nuovo sistema con caratteristiche proprie e specifiche. L’ovulo e lo spermatozoo sono due sistemi a loro volta diversi tra loro, differenti, ma il nuovo sistema-zigote, non è una semplice somma dei due sistemi singoli, ma una specie di sistema combinato, che incomincia ad operare come una “nuova unità”, con le sue determinazioni specifiche, con tutte le condizioni intrinseche necessarie che lo condurranno al suo pieno sviluppo. Per questo motivo già lo si chiama embrione unicellulare.

Il centro biologico di questo nuova unità è il genoma, cioè una struttura interna all’embrione, che contiene in sé, come in una memoria, le informazioni essenziali per la graduale formazione e sviluppo dell’individuo umano. E’ il genoma che distingue l’unicità dell’embrione, che lo differenzia da un qualsiasi altro e che gli conferisce la sua identità. Per questo motivo l’embrione è già un adulto in potenza, e un bambino in atto, come si direbbe in filosofia.

L’esame in laboratorio dello sviluppo dell’embrione, operato su mammiferi e perfettamente estendibile sugli embrioni umani, per conoscenze già acquisite e non per semplice analogia, rivelano che il genoma possiede tre proprietà importantissime che caratterizzano il processo di sviluppo dell’embrione:



Coordinazione: tutto il processo di sviluppo dell’embrione, da quando è zigote in poi, dipende da un susseguirsi di attività molecolari e cellulari che sono contenute fin dall’inizio nel genoma e sotto la sua giuda. Il processo di sviluppo e crescita dell’embrione ha quindi un carattere di continuità.

Continuità : il processo prosegue ininterrottamente fino alla fine, se non viene interrotto, cioè il processo di formazione dell’individuo è continuo. E’ sempre lo stesso individuo che va acquisendo una forma definitiva.

Gradualità : lo sviluppo, cioè passa da forme più semplici a forme maggiormente complesse. Questa legge implica che l’identità è la stessa fin dall’inizio, ciò che cambia è soltanto la graduale assunzione della sua forma terminale. Facciamo un esempio per capire meglio. Si diventa adulti gradualmente, lo sviluppo e la maturazione fisica e psicologica che definisce la fase dell’adultità non avviene di colpo, ma nessuno oserebbe dire che finché sono adolescente mi chiamo e sono Francesco e da adulto sono diventato un altro, Sandro. Io sono sempre Francesco, ma mi sviluppo, cresco, divento grande. Lo stesso ragionamento vale anche per l’embrione. Non sono le dimensioni che fanno l’essere umano.

La conclusione dedotta da questi dati biologici è che l’embrione è un essere umano fin dal concepimento. L’aborto, di conseguenza è l’omicidio volontario di un essere umano, innocente e indifeso.