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giovedì 7 febbraio 2008

IN LOMBARDIA CIMITERI PER BIMBI MAI NATI

IN LOMBARDIA CIMITERI
PER I BIMBI MAI NATI

La nuova legge votata all'unanimità
dal Consiglio regionale

Unanimità. Un risultato che nella politica italiana è quanto mai raro e isolato. Per questo, quando avviene, non può che suscitare curiosità e interesse.

Ultimamente in Lombardia è accaduto più di una volta che maggioranza e opposizione in Consiglio regionale si siano trovate d'accordo su alcune importanti misure.

L'ultimo episodio poche settimane fa: è stato approvato un regolamento che prevede il funerale e la sepoltura per i feti e gli embrioni abortiti. Quindi tutti gli embrioni morti in Lombardia, anche quelli di età inferiore alle 20 settimane, dovranno essere seppelliti. In caso di aborto, sia spontaneo che volontario, gli ospedali avranno l'obbligo di spiegare ai genitori che possono chiedere la sepoltura e celebrare il funerale. Se i genitori non lo vorranno, l'embrione sarà comunque sepolto in aree dei cimiteri appositamente dedicate, come già accade per le braccia e le gambe amputate.

Questa è una grande novità perché fino ad oggi gli embrioni e i feti abortiti erano equiparati ai rifiuti ospedalieri speciali e come tali venivano trattati.

La nuova normativa, invece, impedisce che vengano buttati. Riconoscendo loro la dignità di una tomba e di un funerale, rispetta e difende concretamente la sacralità della vita. L'embrione è un essere umano e come tale deve essere trattato. Viene poi data la possibilità ai genitori di avere un luogo fisico in cui è sepolto il proprio figlio mai venuto alla luce.

Per il governatore Roberto Formigoni «È sacrosanto dare la possibilità ai genitori di seppellire chi è morto prematuramente con i massimi onori, ovvero con un funerale. Se il funerale non sarà richiesto, l'embrione verrà comunque sepolto perché merita in ogni caso un minimo di rispetto».

Per questo definisce la nuova legge regionale «innovativa in Italia e in Europa». Per l'assessore alla Sanità, il leghista Alessandro Cè si tratta di «un grande momento di civiltà. L'embrione è un essere umano e come tale lo trattiamo».

Il relatore del testo, Pietro Macconi, di An, aggiunge: «La legge regionale ritiene il concepito parte della famiglia e, di conseguenza, considera il bimbo abortito una persona».

Anche l'opposizione difende le nuove regole: «Abbiamo definito una procedura più chiara, ma non c'è nessuna contraddizione con la legge 194, che disciplina l'interruzione volontaria della gravidanza, alla quale sono pienamente favorevole», afferma la consigliera ds Ardemia Oriani.

Grande soddisfazione anche tra gli addetti ai lavori negli ospedali lombardi. Il direttore dell'ospedale Magiagalli Basilio Tiso racconta che « In caso di aborto volontario non ci chiedono praticamente mai di seppellire l'embrione, ma avevamo scelto da tempo di informare i genitori perché ci sono capitati diversi casi di madri che, dopo anni, sono tornate in ospedale a chiederci se avevamo idea di che fine avesse fatto l'embrione abortito ». Per Alessandra Kustermann, ginecologa e responsabile del servizio diagnosi prenatale della Mangiagalli, «È meglio se gli embrioni non verranno buttati, già adesso facevamo di tutto per evitare che accadesse.

Ed è positivo riconoscere la possibilità di celebrare un funerale anche a dieci o dodici settimane». Nei cimiteri ci sono già aree dedicate ai feti di età superiore ai cinque mesi. Presto arriveranno anche le tombe per gli embrioni di ogni età.

Questa legge davvero colpisce perché mostra come sia grande e ammirevole una politica che non ragiona per battaglie ideologiche ma che si rivolge all'uomo intero, affermandolo come costante riferimento della sua opera.

Mattia E.

http://www.cculturale-cambiago.it/testi/91-05.htm

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