(12/11/2004)
Una preghiera per i bambini mai nati
È questo il tema che ha visto impegnata l’associazione Comunità Giovanni XXIII in diverse città italiane per ricordare chi non ha avuto la possibilità di nascere… “bambini mai nati per cause naturali nel grembo delle madri e quelli abortiti”.
Intervista a Don Oreste Benzi fondatore dell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
Parliamo di bimbi mai nati di una iniziativa dell’associazione comunità Giovanni XXIII e noi lo facciamo proprio con il fondatore della comunità Don Oreste Benzi.
Perché nasce questa iniziativa proprio il giorno di tutti i santi ?
Quando c’è stato il rapimento delle due Simone tutta l’Italia è rimasta sconvolta e si è unita nel pregare affinché questa morte non avvenisse, allora noi rimaniamo stupiti perché di fronte a 180 mila bambini tra aborti cosiddetti legali e illegali vengono massacrati nel seno della madre, sono persone, hanno la dignità di persona. Il comitato nazionale di bioetica ha detto embrione ad ognuno di noi. Perché allora tanti assassini? Quando avviene questo assassinio noi andiamo a pregare davanti ai luoghi dove si stanno consumando questi delitti che non si vogliono chiamare col nome per la forte ipocrisia ma si chiamano queste morti con altri nomi come interruzione volontaria della maternità in realtà è l’assassinio di una creatura.
Noi non vogliamo andar contro le mamme che hanno il loro dramma ma nessuna sofferenza può giustificare l’uccisione di una persona specialmente se handicappata. Nel giorno in cui ricordiamo i santi andiamo a pregare nei cimiteri ricordando questi santi che per noi sono i martiri innocenti, che come i bambini di Betlemme furono sacrificati alla rabbia, all’invidia, alla sete di potere di Erode cosi questi bambini vengono sacrificati e viene fatto un eccidio.
Tu quando hai un fratello che viene barbaramente ucciso, cosa fai? Dove vai? Andiamo lì dov’è questo fratello… ci dicono andate a pregare in chiesa… noi lo facciamo e lo facciamo molto, ma noi non possiamo non piangere i nostri fratelli che vengono barbaramente uccisi. Ecco perché andiamo a pregare e lodare Dio per dei martiri.. con questo gesto della preghiera vogliamo contribuire a svegliare le coscienze in modo che venga fuori un movimento nazionale in cui si dica “adesso basta, Erode uccide ancora ma non si può permettere” …La nostra vocazione ci porta ad individuare le cause per cui si crea nel mondo l’emarginazione, le oppressioni, le violenze. Ci mettiamo sempre dalla parte delle vittime
…Don Oreste lei ha parlato di mamme e di bimbi mai nati, persone che non hanno avuto la possibilità di nascere, in queste situazioni cosa devono fare le mamme, l’associazione comunità Giovanni XXIII mette a disposizione un servizio maternità difficile un numero verde gratuito (800.035.036)
Si.. un numero verde gratuito perché tutti si possono rivolgere a noi.. una vita vale l’infinito.. con questo vogliamo dire che siamo vicini. Noi nell’aborto abbiamo due feriti, uno ferito mortalmente: è il bambino; un altro ferito per tutta la vita ed è la mamma di questo piccolo. Quante volte mi sento dire dalle mamme che hanno abortito e che piangono il loro figlio “…nessuno mi ha detto una parola, neanche i medici cattolici obiettori sono venuti incontro per tendermi una mano perché non vorrei che questo mai fosse avvenuto in me”. Ho seguito molte di queste creature e quando alla Messa del sabato a Rindi quando sono in Italia, celebro e vedo questi bambini salvati, dico scherzosamente ringraziando Dio in me, “ti è andata bene ti è andata bene”,… la gioia è immensa vedere correre una creatura che invece sarebbe stata resa a poltiglia. Però non è la cattiveria della mamma è la solitudine della mamma, sono presenti alla mamma solo coloro che la spingono ad abortire oppure è in una solitudine spaventosa per cui si trova di fronte a motivi che non riesce a rimuovere, di fronte a paure che la vincono.. ecco perché consideriamo anche la mamma che abortisce come vittima di una mentalità di paure, di ansie. Il dito puntato di Dio è contro di noi perché stiamo zitti perché abbiamo paura di passare per intolleranti. Ma che intolleranza di fronte a migliaia e migliaia di bambini massacrati! Questa è una guerra spaventosa! Le mamme ci capiscono e quando hanno abortito vengono e piangiamo con loro e poi diciamo “il tuo bambino adesso ti chiede mamma fa tutto quello che avrei potuto fare io per me, non ti rinchiudere nel tuo pianto o nella tua rabbia ma piuttosto riprendi la vita in mano e va a gridar dappertutto”. Noi abbiamo tante mamme che hanno abortito e che vengono con noi a parlare del loro dramma. Sono di una efficacia enorme. Non si può tacere, chi tace su questa ingiustizia è complice.. è una vigliaccata molti che dovrebbero parlare stanno zitti, sono complici di una società che così barbaramente uccide i suoi piccoli.
Don Oreste in questo contesto quanto è importante l’apporto della famiglia?
È decisivo perché se accanto ad una mamma che è nel dramma c’è una famiglia che gli dice sta con noi. È venuta da me una ragazza a 17 anni è rimasta incinta, la mamma le ha detto che doveva abortire altrimenti l’avrebbe cacciata da casa e che lei era la vergogna di tutti perché era una famiglia stimata. È venuta da me.. e le ho detto: “Teresa stai serena con te è il Signore, hai sbagliato, ma il tuo sbaglio non può ricadere su una vita. Dio è amante della vita… ricordati che il tuo bambino vuole essere consolato e una mamma consola il figlio in tutte le sofferenze dicendo io non ti lascerò mai e tu Teresa adesso sei chiamata a questo”. Ha subito (Teresa) tante pene, però non l’hanno mai cacciata fuori ed il bambino è nato. Dopo due anni la mamma della ragazza, la nonna del bambino è venuta da me, vergognosa in un primo momento poi è scoppiata in lacrime e mi ha detto: Grazie Don Oreste perché quel bambino è la nostra consolazione. Ed io nel mio cuore ho detto “però birbantella tu lo volevi uccidere e adesso è la tua consolazione. Un altro bimbo che è nato poco tempo fa quanta lotta… dai due mesi e mezzo fino alla nascita.. però questa mamma nel giorno del battesimo anche lei il ha detto grazie Don Oreste perché mi sei stato vicino questo bimbo è tutto. Dico a tutti i cristiani che ascoltano… mettiamoci vicino a tutte queste mamme dicendo non temere. Dico sempre a chi è incinta e vuole abortire “mettiti in dialogo col tuo bambino ed il bambino ti chiede mamma perché mi vuoi uccidere? cosa ti ho fatto di male? Tienimi ancora un po’ quando poi sarò nato se tu proprio non potrai vedrai che il Signore susciterà qualcuno che mi amerà tanto e ti dirà son pronto a tenere la tua creatura per te”. Il 30% delle mamme che hanno deciso di abortire ritornano indietro da sole le altre che hanno già deciso il giorno dell’esecuzione del bambino se queste vengono contattate nel 98% dei casi non abortiscono. Che responsabilità per noi cristiani. Che responsabilità enorme per tutti gli operatori che sono negli ospedali, nelle maternità. Che responsabilità! Anche loro vanno incoraggiati
Per i bambini mai nati si pregherà in alcune città italiane attraverso la voce dell’associazione Comunità Giovanni XXIII pregherà. Come sarà organizzato questo momento di preghiera?
Pregheremo, loderemo Dio per gli innocenti… pregheremo per le loro mamme perché riparino questo errore.. pregheremo soprattutto per i medici dalle cui mani sgrondano sangue e a loro dico: “come avete il coraggio di guardare negli occhi i vostri figli, quando voi in una mattina avete spento gli occhi di 7-8-10 bambini. Come fate? Perché?”
Bisogna pregare per gli obiettori di coscienza medici affinché diventino apostoli della vita nell’ospedale dove sono. I cristiani finalmente devono aver coraggio di aver ragione perché sembra quasi di chiedere scusa di esistere. Perché facciamo così? Il mondo aspetta quieto. Non c’è nessun altro atteso come il Cristo.
Noi canteremo insieme e cercheremo di unirci a Dio secondo la grazia che abbiamo nel cuore.
di Francesco Bosco
http://www.teleradiopadrepio.it/interviste_record_long.php?Rif=1382
ARTICOLI CONTRO L'ABORTO-ARTICOLI CHE DICHIARANO L'ABORTO UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'-ARTICOLI CHE SPIEGANO CHE IL FETO E' UNA PERSONA DOTATA DI UN'ANIMA SPIRITUALE.
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lunedì 11 febbraio 2008
giovedì 7 febbraio 2008
IN LOMBARDIA CIMITERI PER BIMBI MAI NATI
IN LOMBARDIA CIMITERI
PER I BIMBI MAI NATI
La nuova legge votata all'unanimità
dal Consiglio regionale
Unanimità. Un risultato che nella politica italiana è quanto mai raro e isolato. Per questo, quando avviene, non può che suscitare curiosità e interesse.
Ultimamente in Lombardia è accaduto più di una volta che maggioranza e opposizione in Consiglio regionale si siano trovate d'accordo su alcune importanti misure.
L'ultimo episodio poche settimane fa: è stato approvato un regolamento che prevede il funerale e la sepoltura per i feti e gli embrioni abortiti. Quindi tutti gli embrioni morti in Lombardia, anche quelli di età inferiore alle 20 settimane, dovranno essere seppelliti. In caso di aborto, sia spontaneo che volontario, gli ospedali avranno l'obbligo di spiegare ai genitori che possono chiedere la sepoltura e celebrare il funerale. Se i genitori non lo vorranno, l'embrione sarà comunque sepolto in aree dei cimiteri appositamente dedicate, come già accade per le braccia e le gambe amputate.
Questa è una grande novità perché fino ad oggi gli embrioni e i feti abortiti erano equiparati ai rifiuti ospedalieri speciali e come tali venivano trattati.
La nuova normativa, invece, impedisce che vengano buttati. Riconoscendo loro la dignità di una tomba e di un funerale, rispetta e difende concretamente la sacralità della vita. L'embrione è un essere umano e come tale deve essere trattato. Viene poi data la possibilità ai genitori di avere un luogo fisico in cui è sepolto il proprio figlio mai venuto alla luce.
Per il governatore Roberto Formigoni «È sacrosanto dare la possibilità ai genitori di seppellire chi è morto prematuramente con i massimi onori, ovvero con un funerale. Se il funerale non sarà richiesto, l'embrione verrà comunque sepolto perché merita in ogni caso un minimo di rispetto».
Per questo definisce la nuova legge regionale «innovativa in Italia e in Europa». Per l'assessore alla Sanità, il leghista Alessandro Cè si tratta di «un grande momento di civiltà. L'embrione è un essere umano e come tale lo trattiamo».
Il relatore del testo, Pietro Macconi, di An, aggiunge: «La legge regionale ritiene il concepito parte della famiglia e, di conseguenza, considera il bimbo abortito una persona».
Anche l'opposizione difende le nuove regole: «Abbiamo definito una procedura più chiara, ma non c'è nessuna contraddizione con la legge 194, che disciplina l'interruzione volontaria della gravidanza, alla quale sono pienamente favorevole», afferma la consigliera ds Ardemia Oriani.
Grande soddisfazione anche tra gli addetti ai lavori negli ospedali lombardi. Il direttore dell'ospedale Magiagalli Basilio Tiso racconta che « In caso di aborto volontario non ci chiedono praticamente mai di seppellire l'embrione, ma avevamo scelto da tempo di informare i genitori perché ci sono capitati diversi casi di madri che, dopo anni, sono tornate in ospedale a chiederci se avevamo idea di che fine avesse fatto l'embrione abortito ». Per Alessandra Kustermann, ginecologa e responsabile del servizio diagnosi prenatale della Mangiagalli, «È meglio se gli embrioni non verranno buttati, già adesso facevamo di tutto per evitare che accadesse.
Ed è positivo riconoscere la possibilità di celebrare un funerale anche a dieci o dodici settimane». Nei cimiteri ci sono già aree dedicate ai feti di età superiore ai cinque mesi. Presto arriveranno anche le tombe per gli embrioni di ogni età.
Questa legge davvero colpisce perché mostra come sia grande e ammirevole una politica che non ragiona per battaglie ideologiche ma che si rivolge all'uomo intero, affermandolo come costante riferimento della sua opera.
Mattia E.
http://www.cculturale-cambiago.it/testi/91-05.htm
PER I BIMBI MAI NATI
La nuova legge votata all'unanimità
dal Consiglio regionale
Unanimità. Un risultato che nella politica italiana è quanto mai raro e isolato. Per questo, quando avviene, non può che suscitare curiosità e interesse.
Ultimamente in Lombardia è accaduto più di una volta che maggioranza e opposizione in Consiglio regionale si siano trovate d'accordo su alcune importanti misure.
L'ultimo episodio poche settimane fa: è stato approvato un regolamento che prevede il funerale e la sepoltura per i feti e gli embrioni abortiti. Quindi tutti gli embrioni morti in Lombardia, anche quelli di età inferiore alle 20 settimane, dovranno essere seppelliti. In caso di aborto, sia spontaneo che volontario, gli ospedali avranno l'obbligo di spiegare ai genitori che possono chiedere la sepoltura e celebrare il funerale. Se i genitori non lo vorranno, l'embrione sarà comunque sepolto in aree dei cimiteri appositamente dedicate, come già accade per le braccia e le gambe amputate.
Questa è una grande novità perché fino ad oggi gli embrioni e i feti abortiti erano equiparati ai rifiuti ospedalieri speciali e come tali venivano trattati.
La nuova normativa, invece, impedisce che vengano buttati. Riconoscendo loro la dignità di una tomba e di un funerale, rispetta e difende concretamente la sacralità della vita. L'embrione è un essere umano e come tale deve essere trattato. Viene poi data la possibilità ai genitori di avere un luogo fisico in cui è sepolto il proprio figlio mai venuto alla luce.
Per il governatore Roberto Formigoni «È sacrosanto dare la possibilità ai genitori di seppellire chi è morto prematuramente con i massimi onori, ovvero con un funerale. Se il funerale non sarà richiesto, l'embrione verrà comunque sepolto perché merita in ogni caso un minimo di rispetto».
Per questo definisce la nuova legge regionale «innovativa in Italia e in Europa». Per l'assessore alla Sanità, il leghista Alessandro Cè si tratta di «un grande momento di civiltà. L'embrione è un essere umano e come tale lo trattiamo».
Il relatore del testo, Pietro Macconi, di An, aggiunge: «La legge regionale ritiene il concepito parte della famiglia e, di conseguenza, considera il bimbo abortito una persona».
Anche l'opposizione difende le nuove regole: «Abbiamo definito una procedura più chiara, ma non c'è nessuna contraddizione con la legge 194, che disciplina l'interruzione volontaria della gravidanza, alla quale sono pienamente favorevole», afferma la consigliera ds Ardemia Oriani.
Grande soddisfazione anche tra gli addetti ai lavori negli ospedali lombardi. Il direttore dell'ospedale Magiagalli Basilio Tiso racconta che « In caso di aborto volontario non ci chiedono praticamente mai di seppellire l'embrione, ma avevamo scelto da tempo di informare i genitori perché ci sono capitati diversi casi di madri che, dopo anni, sono tornate in ospedale a chiederci se avevamo idea di che fine avesse fatto l'embrione abortito ». Per Alessandra Kustermann, ginecologa e responsabile del servizio diagnosi prenatale della Mangiagalli, «È meglio se gli embrioni non verranno buttati, già adesso facevamo di tutto per evitare che accadesse.
Ed è positivo riconoscere la possibilità di celebrare un funerale anche a dieci o dodici settimane». Nei cimiteri ci sono già aree dedicate ai feti di età superiore ai cinque mesi. Presto arriveranno anche le tombe per gli embrioni di ogni età.
Questa legge davvero colpisce perché mostra come sia grande e ammirevole una politica che non ragiona per battaglie ideologiche ma che si rivolge all'uomo intero, affermandolo come costante riferimento della sua opera.
Mattia E.
http://www.cculturale-cambiago.it/testi/91-05.htm
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