ARTICOLI CONTRO L'ABORTO-ARTICOLI CHE DICHIARANO L'ABORTO UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'-ARTICOLI CHE SPIEGANO CHE IL FETO E' UNA PERSONA DOTATA DI UN'ANIMA SPIRITUALE.

domenica 2 marzo 2008

LA COLOMBIA E L'ABORTO

Il cammino lento dell'America Latina: la Colombia e l'aborto
21 dicembre 2005 - Diego Brugnoni
Mentre il presidente del Venezuela Hugo Chavez è stato recentemente insignito del Premio José Martí 2005 dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) per aver "contribuito alla unità e integrazione dei Paesi dell'America Latina e del Caribe e alla preservazione della sua identità, tradizioni culturali e valori storici", lo stesso presidente venezuelano e quello della Colombia Alvaro Uribe hanno mostrato la volontà di trovare una linea di distensione tra i due paesi nonostante le forti differenze ideologiche che segnano le rispettive politiche. L'incontro è avvenuto in occasione dell'omaggio a Simòn Bolivar, il Libertador che governò un'area geografica comprendente Bolivia, Perù, Ecuador, Panamà, Venezuela e Colombia.
I delicati colloqui che si stanno tenendo a L'Avana tra il governo colombiano e l'Ejército de Liberaciòn Nacional (ELN), permettono però di ricordare quanto sia lontana la Colombia di Uribe dalla nuova America Latina che ha ormai sfondato le porte anche della strategica Bolivia. Tagli ai salari e riforma del lavoro iniqua, privatizzazioni, "Sicurezza Democratica" come modello di governo (ovvero, un mostro linguistico al pari di "Guerra Democratica" che nasconde una soluzione militare del conflitto sociale) e, ancora, il Plan Colombia e la legge Giustizia e Pace. Non è certo questo il modello della nuova America Latina, la quale vuole lasciarsi alle spalle l'ingerenza del furbetto imperialismo yankee.
Ma c'è una pagina triste che accomuna tutti i paesi dell'area - per ragioni che trascendono lo spazio di una legislatura - e della quale la Colombia è stata sgradevole protagonista anche nei giorni scorsi: la proibizione dell'aborto, illegale praticamente ovunque ad eccezione della Cuba castrista e di Puerto Rico. Ciò significa che, soprattutto in casi di stupro e incesto, ricorrere a rischiosi e talvolta mortali aborti clandestini rappresenta un dramma per milioni di donne adulte e - perfino più frequentemente - adolescenti sudamericane: l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato in 4 milioni gli aborti clandestini e di questi 1,4 milioni riguardano donne brasiliane. Una questione nota da tempo (troppo tempo) contro la quale medici, gruppi femministi e movimenti politici non hanno mancato di dimostrare la loro contrarietà invitando la classe politica a modernizzare una stanca legislazione. In direzione opposta vanno invece i "movimenti per la vita" fedeli ai diktat vaticani (ma il gruppo Catòlicas por el Derecho a Decidir è senz'altro una lodevole realtà che manifesta la viva voglia di cambiamento).
Ritornando alla specificità colombiana, qui si registrano 400.000 aborti clandestini all'anno e la pena prevista per interruzioni di gravidanza clandestine può arrivare a quattro anni e mezzo di carcere. L'aborto è proibito incondizionatamente (così anche in Cile, Honduras, El Salvador e Suriname) e se si pensa che non di rado l'interruzione di gravidanza va a intrecciarsi con quella nostra vergogna che è il turismo sessuale, capirete la portata della devastazione psicologica - quando non fisica - per le donne della vera America.
Ecco, nonostante tutto ciò e nonostante le fervide denunce di Human Rights Watch, pochi giorni fa la Corte Costituzionale della Colombia ha respinto la richiesta dell'avvocato Monica Roa - nativa colombiana e nota attivista - la quale reclamava la depenalizzazione dell'aborto almeno in particolari condizioni.
Un rifiuto che sa di sconfitta.
Note:
- Implicazioni dell'aborto clandestino: http://www.buenasalud.com/lib/ShowDoc.cfm?LibDocID=3303&ReturnCatID=10 - Plan Colombia: http://www.narcomafie.it/colombia_20.htm - Legge Giustizia e Pace: http://www.lettera22.it/showart.php?id=3284&rubrica=39 - La posizione del vaticano: http://www.italiaestera.net/modules.php?name=News&file=brevi&sid=1034 - Il gruppo Catòlicas por el Derecho a Decidir: http://www.geocities.com/catolicas/articulos/campana_28_sep/index.html - Turismo sessuale: http://webrebelde.blogosfere.it/2005/11/per_i_nostri_pr.html

COLOMBIA .ABORTO LIMITATO-IL PRIMO CASO DI ABORTO LEGALE

Primo caso di aborto nella storia del paese


E' avvenuto stanotte il primo caso di aborto (legale) nella storia della Colombia, Paese fortemente cattolico, dopo che in maggio la procedura era stata legalizzata. L'aborto è permesso in soli 3 casi: se la vita della madre è in pericolo, se il feto è gravemente deformato o se la gravidanza è il risultato di uno stupro. In quest'occasione si trattava di una ragazzina di 11 anni violentata dal patrigno. Nonostante il cambiamento della legge, il caso ha dovuto passare in Corte costituzionale prima che l'aborto venisse autorizzato.
Colombia - 25.8.2006


COLOMBIA: LE DONNE RISCHIANO LA GALERA PER ABORTIRESI STIMANO 400.000 ABORTI CLANDESTINI ALL'ANNO, SPECIE TRA LE ADOLESCENTI. PROIBIZIONE ASSOLUTA ANCHE IN CASO DI PERICOLO DI VITA, STUPRO O INCESTO. HUMAN RIGHTS WATCH SI UNISCE ALLA SFIDA CONTRO LA LEGISLAZIONE ANTIABORTISTA
Settembre 2005, di HRW. Traduzione di Luisa

Colombia: le donne rischiano la galera per abortire. Si stimano 400.000 aborti clandestini all'anno, specie tra le adolescenti. Proibizione assoluta anche in caso di pericolo di vita, stupro e incesto. Human Rights Watch si unisce alla sfida contro la legislazione anti-abortista. Settembre 2005. Di HRW. Traduzione di Luisa. (New York, 27 giugno, 2005) In Colombia le donne possono essere detenute fino a quattro anni e mezzo per aver abortito, anche nei casi di violenza o di pericolo di vita. In un messaggio alla Corte Costituzionale colombiana, Human Rights Watch sostiene che le sanzioni penali per chi abortisce sono contrarie agli obblighi previsti dal diritto internazionale e dovrebbero essere dichiarate incostituzionali."Le donne non dovrebbero essere mandate in prigione per aver abortito," dice Marianne Mollmann, ricercatrice sui diritti umani presso Human Rights Watch. "la legislazione anti-abortista in Colombia viola i fondamentali diritti umani delle donne e dovrebbe essere revocata." Il 14 april l'avvocato colombiano Monica del Pilar Roa Lopez, direttore di progetto di Women's Link Worldwide, ha chiesto al tribunale di rivedere la legislazione colombiana sull'aborto e dichiararla incostituzionale. L'ufficio dell'avv. Roa ha subito un effrazione il 16 giugno e sono stati rubati 2 computer e file riservati. Human Rights Watch è preoccupata per l'incolumità del personale che si occupa di questo caso. Si stima che in Colombia avvengano circa 450,000 aborti all'anno. Studi recenti dimostrano che la percentuale di adolescenti che si sottopongono ad aborto illegale è superiore rispetto alle donne adulte. Le conseguenze degli aborti illegali sono una causa primaria di mortalità materna, visto che l'aborto illegale e non sicuro provoca complicazioni mediche che possono essere fatali. Gli enti delle Nazioni Unite che sorvegliano sulle principali convenzioni sui diritti umani hanno ripetutamente insistito sul fatto che l'aborto va depenalizzato almeno nei casi in cui la salute della donna incinta è in pericolo o nei casi di incesto e stupro.Numerosi enti hanno apertamente criticato la legislazione antiabortista colombiana , sottolineando la discriminazione contro le donne e la violazione del loro diritto alla vita e alla salute.Nel proprio appello alla Corte Costituzionale, Human Rights Watch ha citato anche i risultati degli enti regionali sui diritti umani. La Commissione Inter-Americana sui diritti umani ha detto che la più importante Convenzione sui diritti umani, la Convenzione Americana sui diritti umani, è compatibile con il diritto della donna all'accesso all'aborto legale e sicuro.La legge colombiana proibisce l'aborto in qualsiasi caso. La pena è più lieve se la gravidanza è la conseguenza di uno stupro (o "inseminazione artificiale non consensuale"). Nel 2000 il Congresso colombiano ha modificato il codice penale, aggiungendo la possibilità per il giudice di comminare pene diverse a seconda dei casi. Comunque il giudice gode di discrezionalità solo nei casi di stupro e a due ulteriori condizioni: se l'aborto avviene in "situazioni straordinarie di motivazione anormale" (una clausola ambigua che richiede interpretazione da parte del giudice) e se il giudice ritiene la punizione "non necessaria." Comunque una successiva modifica nel 2005 ha esteso la massima pena per aborto da tre a 4 anni e mezzo. "Invece di modificare la legislazione per renderla conforme alle previsioni internazionali sui diritti umani, le autorità colombiane hanno solo imposto pene più severe alle donne per aver esercitato i propri diritti umani," sostiene Millmann. "la corte ha l'obbligo di ribaltare questo sviluppo anti-costituzionale."
To view this document on the Human Rights Watch web site, please visit: http://hrw.org/english/docs/2005/06/22/colomb11202.htm

http://isole.ecn.org/reds/donne/latinoamericane/la0509colombiaaborto.html

NICARAGUA IL CAMBIAMENO POLITICO E L'ABORTO

Managua - In Nicaragua, la donna che abortisce e il medico che l’assiste rischiano trent’anni di carcere. Lo sancisce una nuova legge, che prevede il divieto totale dell’aborto anche in caso di pericolo di vita della donna. E’ stata approvata ieri in Parlamento, la norma voluta dal presidente uscente, Enrique Bolanos, e che ha ottenuto il via libera in commissione sei giorni fa. A favore della disposizione, si sono espressi i leader del Fronte nazionale di liberazione sandinista (il partito di sinistra che ha come candidato alle presidenziali Daniel Ortega, già al governo del Paese negli anni Ottanta) e quelli di Alleanza liberale, formazione di destra. Tra i diversi candidati alla successione di Bolanos, contro il divieto totale della pratica dell’aborto, si è schierato apertamente soltanto Edmundo Jarquin, un sandinista dissidente del Movimento di rinnovamento sandinista. La legge che vieta l’aborto, nei giorni scorsi, è stata duramente criticata dalle organizzazioni che si battono per i diritti civili oltre che dai medici. Secondo il presidente della Società di ostreticia e di ginecologia, Efrain Toruno, «quando una donna che sanguina arriverà in ospedale, avremo paura di fare qualsiasi cosa. Se la curiamo, saremo perseguiti dalla legge, e se non interveniamo sarà lo stesso». Ha parlato di legge che «viola i diritti umani», Luisa Cabal del Centro per i diritti della riproduzione. «Consideriamo questa legge, come parte di una campagna reazionaria che va contro il trend regionale ed internazionale», ha commentato Cabal. In Nicaragua, ogni anno si praticano circa trentaduemila aborti clandestini. Negli ultimi tre anni, si sono registrati soltanto ventiquattro aborti legali, perché è stato riconosciuto il rischio della vita della madre. In questo Paese, infatti, non vi è la possibilità di eseguire l’aborto terapeutico in strutture pubbliche, se non in casi di grave rischio per la madre. Nel 2003 era stato autorizzato l’intervento su una bambina di nove anni, vittima di uno stupro.TRATTO DA:http://www.ilmeridiano.info/articolo.php?Rif=1585

INTERVISTA A MONICA BALTODANO

Monica Baltodano e l'accordo Ortega-Obando-TalaveraLista Informativa "Nicaragua y más": Mi piacerebbe cominciare con la sua opinione sul voto espresso dalla Asamblea Nacional a favore della penalizzazione dell'aborto terapeutico, perché mi sembra esprima la modalità di fare politica del FSLN in Nicaragua. Mónica Baltodano: Quello che abbiamo visto in Parlamento è stato il sostegno e soprattutto, la promozione del FSLN alla riforma del Codice Penale per penalizzare l'aborto terapeutico. È stato René Nuñez a promuoverla ed è stato il gruppo parlamentare del FSLN a mettere la maggioranza dei voti. Questo concorda con un processo di profonda regressione politica ed ideologica del Frente Sandinista e della sua cupola. Un processo di spostamento a destra che ha come espressione, tra le altre cose, il patto con il Cardinale Obando y Bravo e con la parte più reazionaria della gerarchia cattolica. Entrambi hanno continuato a tessere una serie di relazioni di carattere completamente interdipendente, sia il Cardinale Obando, che ha avuto serie divergenze con l'attuale governo e che è stato sostenuto dal Frente Sandinista, che Daniel Ortega. Inoltre, il cardinale ha una persona sotto la sua protezione all'interno del Consejo Supremo Electoral, che è il Presidente del CSE, Roberto Rivas, rieletto con i voti dei magistrati del FSLN. In cambio di questo sostegno, è sorto tra i due un accordo per scambiarsi favori, un "ti do e mi dai." Una prova evidente è quello che abbiamo visto oggi sul Canal 4 (canale televisivo il cui settore informativo è in mano al FSLN n.d.r.) quando, nonostante il periodo di silenzio elettorale ed utilizzando tutti i termini usati nella Campagna del danielismo, il Cardinale Obando y Bravo ha fatto un chiaro appello a votare per Daniel Ortega.Che cosa sta esigendo la gerarchia cattolica a Ortega? Un grosso passo indietro sui diritti delle donne.L'abbiamo visto con il congelamento del Codice della Famiglia, che giace da sette anni in Parlamento, con il congelamento della Legge sulle Pari Opportunità, dove l'alta gerarchia ha accusato le donne di voler promuovere il matrimoni gay, cosa molto lontana dalla realtà.L'hanno fatto anche attraverso la riaffermazione di un articolo del Codice Penale che praticamente penalizza la relazione omosessuale e lesbica e la transessualità. L'hanno fatto con l'attuale governo attraverso il veto al Manuale di Educazione Sessuale ed il FSLN ha appoggiato tutto questo. Esiste un contubernio che ubbidisce agli interessi di Daniel Ortega e del Cardinale Obando ed è un accordo di ripartizione del potere, perché coincidono nei loro interessi e non importa loro sacrificare i diritti essenziali delle donne, come nel caso dell'aborto terapeutico. Non le sembra che si tratti più di qualcosa di personale tra i due leader e che non coinvolga l'intera gerarchia cattolica? Ovviamente, all'interno di un contesto elettorale, Daniel Ortega e Rosario Murillo si sono proposti con questo mezzo, di convincere un maggior numero di elettori ed è una manovra grossolana e puramente elettorale. Non esiste, quindi, solo il patto con il Cardinale Obando, ma questa manovra elettorale coinvolge anche l'alta gerarchia, perché non è solamente Obando ad essere a favore della penalizzazione dell'aborto terapeutico, ma anche tutta la gerarchia, seguendo i criteri della parte più reazionaria del Vaticano. In questo modo, traggono benefici dall'avvicinamento al Cardinale Obando e migliorano la loro relazione con l'alta gerarchia, perché è evidente che l'attuale Vescovo di Managua non ha una buona relazione con Ortega e tende maggiormente a una separazione tra i temi religiosi ed i temi politici.Con questa manovra, Ortega, pretendeva evidentemente di raccogliere voti. Alcuni membri del gruppo parlamentare sandinista hanno detto chiaramente che, quando si discuta il nuovo Codice Penale, si reinserirà il diritto all'aborto terapeutico. Questo mette in evidenza la doppia morale, il doppio discorso, la dualità e il modo di far politica.La verità è che non sarà così facile cambiare quello che hanno fatto, perché si troveranno di fronte nuovamente alle marce e alla pressione sociale. Quale crede sia la causa di questo pragmatismo del FSLN? Ha a che vedere con i profondi cambiamenti che ci sono stati all'interno del modo di condurre il FSLN. Bisogna ricordare che la maggioranza dei quadri storici del Frente Sandinista non sono più con Daniel Ortega.Ne sono rimasti solo alcuni ed inoltre, sono circondati da un gruppo economico che ora gestisce il partito.Essenzialmente quello a cui assistiamo è la conformazione di un nuovo gruppo economico, i cui capitali sono cresciuti grazie alla ripartizione dei beni provenienti dalla piñata, utilizzando come paravento la ripartizione sociale dei beni.Un'altra parte di questi capitali proviene dalle proprietà che in teoria appartenevano al Frente Sandinista e che ora sono state privatizzate a beneficio di tre o quattro persone o di loro prestanomi.È un gruppo economico che si è accordato con un altro gruppo economico, che è quello dei manager del PLC.È per questo motivo che usano toni viscerali contro l'oligarchia tradizionale, perché lottano per occupare gli spazi economici in un'economia di mercato. Per me sono solo imprenditori, con certi risvolti mafiosi ed il loro principale interesse è l'utilizzo del potere per perseguire i loro interessi. L'unica cosa che rimane alla popolazione è il discorso, la retorica, la parola vuota, e se vincessero, come dicono i sondaggi, tutto questo verrebbe chiaramente alla luce.Ma chi comanda veramente nel Frente Sandinista? È Daniel Ortega e la sua famiglia, perché è la mente di questo progetto imprenditoriale. È proprietario di innumerevoli beni, ma ovviamente utilizza prestanomi. Il FSLN è regredito così tanto da essere diventato un qualsiasi gruppo economico. La cosa peggiore è però che utilizzano un partito che ha una bandiera, una storia e un ideale di sinistra, ma senza usarli, nemmeno per definire la loro linea politica, perché questa linea viene dettata da Daniel Ortega. Sta parlando di gruppi economici molto potenti, di grandi imprenditori, di pragmatismo, ma contemporaneamente, il FSLN ha relazioni molto forti con governi di sinistra come Venezuela, Cuba e Bolivia. Come se lo spiega? È per una ragione molto semplice. I governi latinoamericani moderati non apprezzano molto Daniel Ortega e il FSLN, in quanto lo stile e il modo di fare politica non è moderato.Ha una pratica politica di destra, ma con stili e metodi radicali. In qualunque momento potrebbero, per esempio, paralizzare il paese con una mobilitazione studentesca. È un atteggiamento molto schizofrenico.La seconda ragione è che fino ad oggi, per la sinistra mondiale, il punto di riferimento della sinistra in Nicaragua sono ancora il Frente Sandinista e Daniel Ortega, perché non esiste ancora una forza alternativa.La Alianza MRS è nata da poco e non ha ancora terminato il proprio processo di definizione per potersi profilare come una forza propriamente di sinistra.È naturale che da fuori ed occupando la rappresentazione formale nel Foro di Sao Paulo, nell'Internazionale Socialista, nella COPPPAL, l'organizzazione che si presenta formalmente come la sinistra nicaraguense sia il Frente Sandinista.In una correlazione latinoamericana, basata molto sullo scontro con gli Stati Uniti da parte di Venezuela, Bolivia e Cuba, opportunisticamente, Daniel Ortega, si è avvicinato a questi governi, ma solo negli ultimi anni.Ricordo ancora che quando ero deputata e Hugo Chávez era stato eletto presidente, Daniel Ortega lo considerava un militare golpista. I primi a parlare della Rivoluzione Bolivariana siamo stati noi di Izquierda Democrática, come sinistra del FSLN.Siamo stati noi ad avere le prime relazioni con loro. Nell'ultimo anno, con l'arrivo delle elezioni, il FSLN ha iniziato un avvicinamento a questo blocco di paesi. Per loro, per Evo Morales, Chávez, Lula, i quali si sono pronunciati a favore di Daniel Ortega, mentre Fidel non si è pronunciato, è importante che vinca un governo che si immerga nella correlazione di forze di fronte all'imperialismo nordamericano.Sarebbe una nazione in più e questo è normale. La politica interna non è un tema sul quale debbano pronunciarsi, perché a loro interessa avere un alleato e questo è quello che Daniel gli offre.Vedremo poi come lo farà, ma non mi sorprendono queste relazioni.In questo contesto, in che cosa si differenzia la Alianza MRS? Abbiamo segnalato che con il suo comportamento politico, il danielismo si è allontanato dai principi, dai valori e dalla proposta originale del sandinismo. Riguardando l'ideologia storica sandinista, Carlos Fonseca puntava a una vera democrazia, era contro i patti libero-consevatori, la politica intesa come ripartizione di prebende e cariche ed era a favore di un antimperialismo reale. L'antimperialismo di Ortega è puramente retorico, perché nella pratica favorisce gli interessi delle multinazionali in Nicaragua.Quando ordina a tutti i suoi deputati di approvare tutte le leggi complementari del CAFTA o quando permette la sua approvazione senza aver fatto nessun tipo di lavoro di coscientizzazione tra la gente, con l'obiettivo di generare un movimento sociale di resistenza al CAFTA, nella pratica sta appoggiando la politica imperialista.Un lavoro di coscientizzazione con la base è fondamentale, basta vedere quello che sta succedendo in questi giorni in Costa Rica contro il CAFTA, paese che non ha nemmeno la storia e la vita rivoluzionaria che abbiamo avuto qui in Nicaragua.La politica imperialista si esprime oggi con i Trattati di libero commercio (TLC) e quindi il FSLN sta facendo un discorso antimperialista, ma ha un comportamento di destra.Quello che succede, poi, è che la stupidità del Dipartimento di Stato nordamericano e dei politici neoconservatori che dominano la Casa Bianca, non permette loro di rendersi conto che con i loro attacchi a Daniel Ortega stanno facendo esattamente il suo gioco, perché lo fanno apparire come un antimperialista. Siamo di fronte a comportamenti e discorsi che vanno su strade radicalmente diverse. È per questo motivo che noi, come Movimiento de Rescate al Sandinismo, chiediamo il ritorno ai principi originari del Frente. Ma, in che cosa vi differenziate? Ci differenziamo nella pratica politica, perché siamo contro il prebendarismo, contro l'usufrutto del potere da parte di poche persone, abbiamo una proposto per recuperare l'etica sandinista e crediamo che sia immorale quello che si sta facendo ed abbiamo profonde differenze di carattere etico e politico. Non abbiamo ancora terminato di configurarci in termini politici ed ideologici perché, disgraziatamente, il nostro movimento si è articolato in vista di un processo elettorale e le discussioni ed i dibattiti sono più di carattere elettorale che di carattere politico-ideologico. Una volta finite le elezioni, ritorneremo a mettere in prima linea il dibattito sulle questioni di fondo, come ad esempio, una posizione comune rispetto al neoliberismo, agli Stati Uniti, al modello che, nel suo insieme, sta schiacciando come paese. Su questo punto, nella Alianza MRS convivono diverse anime. Ci sono settori che sono usciti dal FSLN durante la prima scissione del 1994-95, c'è Izquierda Democrática, ci sono esponenti della società civile e della parte più radicale del movimentismo, membri dei movimenti di donne, il Partito Socialista ed un candidato che ha lavorato per anni per il BID. Indipendentemente dai risultati elettorali, come farete a tenere unite tutte queste espressioni su temi molto delicati come quelli che ha appena toccato? Non esiste il rischio di una polverizzazione in un'alleanza che si è formata per motivi elettorali? Questa è la grande sfida che stiamo affrontando ed abbiamo già iniziato a discutere di questo.Siamo decisi a continuare a lavorare uniti in funzione della creazione della nuova sinistra in Nicaragua. Ho sempre affermato che uno dei grandi deficit della Frente Sandinista è stato l'abbandono del lavoro politico, della formazione e della coscientizzazione della gente. Come si può pensare che, ad esempio, le persone capiscano i danni che il CAFTA arrecherà al paese, se non gli si spiega che cosa vuole dire questa sigla per loro e per la loro vita? E intanto, il Governo porta avanti una grossa campagna per convincere la gente che il CAFTA è positivo...La stessa cosa è successa con altri temi. C'è stato un periodo in cui realmente la gente pensava che la cosa migliore per risolvere il problema dell'energia fossero le privatizzazioni e solo dopo alcuni anni, si è resa conto che avevamo ragione, quando dicevamo che la privatizzazione sarebbe stata un fallimento. Una delle cose che dovremo fare è la creazione di correlazioni sociali Queste sono bandiere che se le alzi, ma non ci lavori su con la gente, diventano solo retorica. Il nostro lavoro deve essere puntato a creare correlazioni sociali, attraverso lo sviluppo del lavoro di una forza che si sta creando e che si rivendichi come sinistra e che assuma tutte le bandiere della sinistra. Quanti settori di quelli che oggi formano la Alianza MRS crede che seguirebbero questa ipotesi?Io credo che sarebbe la maggioranza. Molti di quelli che all'inizio avevano posizioni più moderate, hanno assunto oggi posizioni più radicali su questi temi.Ti faccio un esempio. Una figura come quella di Ernesto Cardenal, che è una figura che ha avuto sempre posizioni molto radicali in tutti i forum mondiali in difesa dell'umanità, nella sua relazione con temi come il neoliberismo, la politica imperialista, il problema della Palestina. Abbiamo molte figure di questo tipo e cerchiamo di mantenerci uniti attorno ad un progetto. Quando Izquierda Democrática decise di appoggiare il progetto di Herty Lewites, lei mi disse che era ancora molto presto per parlare di un Programma di Governo e che, al momento giusto, avreste messo sul tavolo i contenuti che consideravate più importanti per voi.Quanto del Programma della Alianza MRS raccoglie questi contenuti? L'équipe che ha lavorato alla stesura del Programma della Alianza MRS aveva un compito che consideriamo cruciale per la sinistra. Crediamo che, senza una crescita economica ed una distribuzione equilibrata della ricchezza, non ci sia la possibilità di uscire dal pantano in cui si trovano le masse di nicaraguensi.Il nostro programma presenta misure molto concrete in relazione alla distribuzione della ricchezza, misure che si distanziano in modo molto radicale dalle politiche neoliberiste che hanno prevalso fino ad oggi.Ci sono anche progetti di rottura nei confronti delle condizioni imposte dal FMI, come l'incremento della spesa per l'Istruzione fino al raggiungimento del 7 per cento del PIL o il tema di una politica estera di non allineamento con nessuna potenza. Ovviamente, noi avremmo voluto che la nostra Alianza avesse una posizione molto più forte e decisa contro il neoliberismo, più a sinistra. Logicamente bisognava anche pensare al contesto elettorale.Io continuo a credere che il nostro campo principale di disputa avrebbe dovuto essere quello della sinistra e non tanto quello degli indecisi o degli indefiniti. Questo ci avrebbe dato più risultati con la base sandinista, ma la correlazione di forze all'interno della Alianza non l'ha permesso.Una cosa interessante è che una delle riserve che molta gente aveva nei confronti della Alianza MRS, era che stavamo combattendo il caudillismo di Daniel Ortega, ma che anche Herty Lewites appariva come una figura caudillista, perché il progetto si incentrava molto sulla sua figura.La morte di Herty ha messo in evidenza che, oltre alla sua figura, esistevano una volontà di cambiamento e la volontà di un settore della popolazione e del sandinismo che volevano che il progetto continuasse. Volevano che la Alianza restasse unita per costruire una nuova forza. Un forza che crediamo debba essere profondamente vincolata all'ideologia sandinista, che è parte della nostra storia ed è l'ombelico della nostra identità, con politiche profondamente di sinistra. Questo creerà sicuramente problemi, perché queste cose richiedono dibattiti, discussioni ed il Movimiento de Rescate al Sandinismo, all'interno del quale si posiziona Izquierda Democrática, è la parte principale di questa Alianza. Secondo i sondaggi sembra che alla fine ci saranno quattro forze molto consistenti nel nuovo Parlamento. Avete già discusso su come vi muoverete a livello di alleanze o negoziazioni? Abbiamo discusso sui punti che consideriamo essenziali come la rimozione del Patto libero-sandinista, la non rielezione presidenziale, la riduzione del numero dei deputati e le riforme costituzionali.Su questi punti dovremo cercare accordi con alcune figure del liberalismo e con alcune figure che pensiamo si possano staccare dal danielismo, perché il gruppo parlamentare del FSLN non ci sembra monolitico come nel passato.Dovremo creare sinergie e contatti dipendendo dal tema. Se il FSLN propone un tema che consideriamo importante per la popolazione, voteremo insieme ai suoi deputati e faremo lo stesso con le altre forze presenti in Parlamento.La cosa fondamentale sarà riuscire ad evitare che si riproponga il patto bicefalo, in cui due persone si siedono e decidono per gli altri, ma credo che con la nuova correlazione di forze non sia più possibile.Mancando poche ore al voto, quale è la reale aspettativa della Alianza MRS? Credete davvero di poter vincere al primo turno? I sondaggi dicono che esiste una grande percentuale di gente che non ha ancora definito il suo voto. Lo studio che abbiamo fatto sulla simpatia nei confronti della nostra Alianza e dei nostri candidati, ci dà il pieno diritto ad avere grosse aspettative e che buona parte di questa percentuale voti per noi, con un atteggiamento güegüense (voto segreto e contrario a ciò che si è annunciato), che ha sempre predominato nelle elezioni precedenti. Crediamo di poter essere tra i primi due. Questa è la nostra aspettativa e dobbiamo dirlo con sincerità. Sappiamo anche che esiste una percentuale di persone che pubblicamente dice di votare per il danielismo, perché lavorano nel Comune, perché hanno una certa dipendenza spirituale storica, ma che alla fine ci hanno detto che voteranno per noi. Nel caso di un ballottaggio tra Daniel Ortega e un candidato liberale, la Alianza MRS darebbe indicazioni di voto? Stiamo cominciando a discutere di questo, ma per il momento non abbiamo ancora una posizione definita.© (Testo Giorgio Trucchi -Ass. Italia-Nicaragua gtrucchi@itanica.org )Inserimento in data 4 Novembre 2006

http://www.novena.it/informaborto/2006/57.htm

NICARAGUA .DIVIETO ASSOLUTO DI QUALSIASI FORMA DI ABORTO

Nicaragua - 16.9.2007
Accordo torbido
Il presidente Ortega accusato di opportunismo politico per la svolta antiabortista del Nicaragua
Scritto per noi da Aura Tiralongo
“Hipocritas!”. E’ questo il saluto delle donne di Managua all’ultimo provvedimento dell’Asemblea Nacional, che nei giorni scorsi ha definitivamente confermato il divieto assoluto di qualsiasi forma di aborto in Nicaragua.
L’ultima votazione. I deputati hanno infatti abolito il comma 3 dell’articolo 143 del nuovo codice penale, che prevedeva, in casi eccezionali, la possibilità di praticare l'aborto da parte dei medici nel caso in cui almeno tre di loro avessero dichiarato in grave pericolo la vita della madre. Il Nicaragua si affianca così ai quattro paesi dell’America Latina (Cile, Honduras, El Salvador e Repubblica Dominicana) in cui vige il divieto di aborto terapeutico. E questo anche nei casi di gravi malformazioni del feto o di gravidanza a seguito di stupro. L’abrogazione conclude il percorso intrapreso, nello scorso novembre, in periodo pre-elettorale, quando l'Asemblea Nacional aveva abolito, dal vecchio codice penale, la possibilità dell’interruzione volontaria della gravidanza a scopo terapeutico, in vigore da 130 anni. I deputati si sono per questo scontrati, nell’ultimo anno, con una vera e propria mobilitazione internazionale, che ha visto in prima linea tutte le più importanti organizzazioni umanitarie nel mondo. Alla sbarra, fra decine di capi di imputazione, la comprovata incostituzionalità della legge, dichiarata in controtendenza con gli accordi internazionali in fatto di diritti dell’individuo. Accordi che il Nicaragua ha volontariamente accettato e sottoscritto nel corso degli anni, inserendone i principi all’interno della propria Costituzione, anche per segnalare alle autorità internazionali l’emergenza delle cosiddette “madri bambine” e le altissime percentuali di abusi sui minori. Solo venti giorni fa era stata infatti stilata da Human Rights Watch una lettera aperta indirizzata alla Corte Suprema del Paese, che riportava nel dettaglio sia i principi negati (“fra cui uno che li comprende tutti, il “diritto alla vita” ), sia le conseguenze della legge anti-aborto documentate da novembre ad oggi in Nicaragua.
Il precedente. Nel corso dell’ultimo anno le polemiche più accese si sono concentrate soprattutto sulla condotta del leader sandinista Daniel Ortega, accusato dalla società civile e da alcuni partiti dell'opposizione di aver barattato il diritto alla vita delle donne del suo paese con la certezza del seggio presidenziale. L’elezione di Ortega è infatti avvenuta all’indomani della sua inaspettata “svolta antabortista”, che gli avrebbe fatto meritare il plauso e l’appoggio politico delle correnti cattoliche ed evangeliche del paese. Le votazioni finali sulla legge sarebbero avvenute, secondo molti, in un clima di silenzio surreale all’interno delle aule dell’Asemblea, dove solo i membri anti-abortisti sarebbero stati chiamati ad esprimersi. Una folla di dimostranti denunciava in piazza l'irregolarità della legge e la violazione del principio di laicità dello stato, accusando i politici di pianificare un “omicidio di massa” in nome di una “distorta concezione del diritto alla vita”. A un anno dall'entrata in vigore della nuova legge, con l’attuale abrogazione dell’ultimo comma, il copione si ripete. Con la differenza che oggi i movimenti, le associazioni di medici, le ong nazionali e internazionali non parlano più solo di possibilità, ma anzi delle reali conseguenze del divieto, che prevede fino a 30 anni di reclusione per i rei.
Le conseguenze. Il timore delle sanzioni e i controlli capillari delle forze di polizia sui reparti di ostetricia e pronto soccorso degli ospedali, avrebbe creato fra i medici la consuetudine di astenersi dall’intervenire nei casi di emergenze connesse alla gravidanza, per paura di venire accusati di aver praticato aborti terapeutici. Sono già migliaia i familiari che denunciano la morte di donne negli stessi reparti di medicina d’urgenza. “Mia figlia è morta dopo due giorni di ricovero, in cui non le sono state prestate cure di nessun genere”, racconta la madre di Angela Morales, 22 anni. “I medici hanno diagnosticato un’emorragia, ma il bambino era ancora vivo. Nessuno ha toccato Angela: i medici erano evasivi sulle sue condizioni, ma si respirava aria di apprensione e imbarazzo. Noi della famiglia l’abbiamo vista morire poco a poco perché non potevamo credere che il servizio sanitario pubblico potesse rendersi complice di un assassinio – aggiunge la madre della vittima - E delle cure private, con le loro tecnologie all’avanguardia, possiamo solo sentirne parlare da chi se le può premettere”. Il provvedimento anti-aborto è quindi oggi, più di ieri, un dato di fatto, così come lo è il ricorso agli aborti clandestini e fai-da-te per le donne che cercano di evadere il divieto, o come continua ad esserlo l’emergenza delle “bambine madri” e l’abuso sessuale sulle donne nicaraguensi, spesso minorenni vittime degli stessi familiari.
Intanto le associazioni per la difesa della donna e dei suoi diritti ricordano la risposta del deputato sandinista Edwin Castro, che appoggiò la legge anti-aborto definendola, all’indomani delle votazioni, “il frutto di valutazioni che riguardano semplicemente un criterio di vita e di civiltà”. Parte della cittadinanza oggi controbatte: “E' solo un pacto sucio (accordo torbido) giocato sulla scacchiera degli interessi politici”.
http://www.peacereporter.net/dettaglio_articolo.php?idpa=&idc=2&ida=&idt=7&idart=8773

NICARAGUA : 6 MESI DI CARCERE PER GLI ABORTISTI

6 mesi di carcere a chi favorisce l'aborto: in Nicaragua Dio c'è!
Salve, finalmente l'umanità assiste alla nascita della prima nazione basata sulle leggi del cristianesimo, mentre in occidente assistiamo ad una decadenza dei valori cristiani, come assistere al matrimonio pagano nel castello di bracciano da parte delle star di hollywood, il voler togliere i crocefissi nelle scuole, o dio ce ne scampi dal sentire la bocca eretica e blasfema del cardinal bertone che asserisce che gli evasori fiscali andranno all'inferno, bene nel momento in cui il cristianesimo a toccato letteralmente il fondo nella società occidentale, ecco di colpo arriva un segno dal cielo, il ritorno di manuel noriega nel governo nicaraguense ha previsto altresì il ritorno dei valori cristiani, tanto che una delle prime leggi fatte dal neoparlamento ha previsto l'abolizione dell'aborto sanzionandolo con 6 anni di duro carcere a chiunque lo pratichi o lo favorisca. Ci sono molti governi e nazioni che in occidente per comodità elettorale si spacciano per cristiani ma nessuno di essi poi ha applicato le regole cristiane in materia di aborto come mai? come fà un governo che si proclama cristiano a rendere lecito uno sterminio di vite umane mediante l'aborto?Rivolgendomi ai lettori cristiani domando: Come si fà a tollerale che milingo viene scomunicato solo perchè si è sposato e viceversa vedere Bertone portavoce del Papa dire che gli evasori fiscali sono dei peccatori che meritano l'inferno? Si domanda cristianamente al blasfemo bertone: "perchè devo pagare le tasse ad un governo che sostiene attivamente l'aborto, attua la pena di morte e ridicolizza la figura del papa nelle trasmissioni tv! in italia non c'è pena di morte ma in altri stati pseudocristiani si! quindi perchè pagare le tasse per mantenere questi blasfemi al potere? A mio opinione Bertone con le sue parole ha fatto un proselito al satanismo e mi stupisco come il santopadre possa circondarsi di tali eretici/blasfemi! Stando all'assunto che dio agisce per vie misteriose ed incomprensibili alla mente umana (le vie del signore sono infinite) sono rimasto stupito nel vederlo agire presso il parlamento nicaraguense, è stato letteralmente uno schiaffo divino nei confronti delle persone che si dichiarano cristiane per poi finanziare governi che attuano programmi quasi simili a quelli dettati dall'anticristo. Dire che in italia non c'è la pena di morte è altresì un eresia, perchè allora mi spiegate cosa è l'aborto? non è condannare a morte un innocente ancor prima che nasca? in italia facciamo i pietosi con gli assassini risparmiandogli la pena capitale perchè ritenuta non cristiana e poi viceversa una donna è libera di abortire anche 6 volte nella sua vita! quello che vi linko qua sotto non è da intendersi come un semplice articolo preso dal web ma è da interpretarsi letteralmente come un segno divino che sia di esempio a tutti i paesi che si definiscono cristiani solo nel momento che devono ricevere voti per salire al potere.http://www.metamorfosi.info/infodetail.asp?infoid=3745http://lists.peacelink.it/latina/msg07914.htmlFinalmente possiamo vedere una nazione dove cristianamente è piacevole sia pagare le tasse sia assistere al diritto alla vita. Che Dio benedica il parlamento Nicaraguense.
http://www.opsonline.it/forum/psicologia-3d/6-mesi-di-carcere-chi-favorisce-laborto-nicaragua-dio-ce-41824.html