ARTICOLI CONTRO L'ABORTO-ARTICOLI CHE DICHIARANO L'ABORTO UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'-ARTICOLI CHE SPIEGANO CHE IL FETO E' UNA PERSONA DOTATA DI UN'ANIMA SPIRITUALE.

venerdì 22 febbraio 2008

ABORTO-LA GINECOLOGA

Per aborto si intende l'interruzione della gravidanza in un periodo della gestazione in cui il prodotto del concepimento non è ancora vitale. Il limite dei 180 giorni stabilito per convenzione si è progressivamente abbassato, grazie al progredire delle tecniche di assistenza al parto e di cura al neonato che hanno reso possibile la sopravvivenza del feto anche ad epoche gestazionali, seppur di poco, inferiori. E' argomento di queste ultime settimane una rivalutazione critica dell'assistenza ai grandi prematuri.

Cause naturali - L'aborto può essere spontaneo, quando avviene per cause naturali o accidentali, ripetuto o ricorrente, quando può esistere una causa genetica, immunologica, malformativa, endocrina che impedisce alla donna di portare avanti la gravidanza o provocato quando può essere eseguito legalmente e con uno scopo terapeutico.

La morte in grembo - L'aborto spontaneo corrisponde fino al 10-15 % di tutte le gestazioni e raggiunge la massima incidenza nel 2° e nel 3° mese di gravidanza. Non sempre è riconoscibile una causa e soltanto la sua ripetitività induce ad eseguire una serie di accertamenti per curare tale causa di infertilità.

Primipare attempate - L'innalzamento dell'età media della donna che affronta il progetto maternità ha comportato una maggior attenzione diagnostica al problema, dal momento che la fertilità si riduce notevolmente dopo i 35 anni di età.

IVG, interruzione volontaria di gravidanza - L'aborto provocato (si esegue in base ai principi della legge 194/78 che contiene le "Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza". I principali aspetti della disciplina italiana sull'aborto sono i seguenti:
" lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconoscendo il valore sociale della maternità e tutelando la vita umana sin dal suo inizio. Inoltre l'interruzione volontaria della gravidanza non va interpretata come mezzo per il controllo delle nascite;
" la donna che in Italia intenda ricorrere alle tecniche abortive entro i primi 90 giorni dalla gravidanza, può rivolgersi a un consultorio familiare o a una struttura socio-sanitaria all'uopo abilitata o, infine, a un medico di sua fiducia. I Consultori assistono la donna con il fine di farle superare le cause che potrebbero indurla all'IVG, proponendole possibili soluzioni ai problemi esposti, siano essi di tipo sanitario, economico o sociale. Il medico ha il compito di effettuare gli accertamenti necessari e l'obbligo di attestare l'intenzione della donna in un certificato;
" per ricorrere all'IVG devono sussistere alcune condizioni fondamentali secondo le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la salute fisica o psichica della donna, in relazione al suo stato di salute o alle sue condizioni economiche, sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o a malformazioni del concepito;
" l'aborto provocato viene effettuato da un medico del servizio ostetrico-ginecologico presso un ospedale generale oppure presso uno degli ospedali pubblici specializzati. Nei primi novanta giorni l'interruzione della gravidanza può essere praticata anche presso case di cura autorizzate dalle Regioni, fornite di requisiti igienico sanitari e di adeguati servizi ostetrico-ginecologici. Essendo stata ammessa dalla legge sull'aborto l'obiezione di coscienza da parte dei medici, questi devono esprimersi preventivamente circa l'accettazione di queste norme;
" la richiesta di interruzione della gravidanza viene fatta personalmente dalla donna. Sono previste diverse pene per chi cagioni per colpa l'interruzione della gravidanza o il parto prematuro senza il consenso della donna o senza l'osservanza delle modalità indicate espressamente dalla legge.
L'aborto terapeutico - Il cosiddetto aborto terapeutico consiste nell'interruzione volontaria della gravidanza provocata da un trattamento medico al fine di preservare la salute della madre o di evitare lo sviluppo di un feto con gravi malformazioni o severe patologie. Può essere eseguito dopo il 90 giorno di gestazione qualora l'interruzione si renda necessaria, su indicazione medica, per grave pericolo per la vita della gestante o per la sua salute fisica o psichica.
Per salvaguardare la salute della donna - Le condizioni patologiche della madre per cui viene solitamente praticato l'aborto terapeutico sono le gravi malattie tumorali, cardiovascolari, renali ecc. Le condizioni del feto che possono indurre i medici all'aborto terapeutico comprendono i disordini cromosomici e metabolici, i difetti neurologici e le malformazioni. In caso di gravidanze multiple può essere anche selettivo per preservare la vitalità di uno o più feti.

In ogni caso, l'aborto è un lutto. Le donne e i medici lo sanno.
Rossella Elena Nappi
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