ARTICOLI CONTRO L'ABORTO-ARTICOLI CHE DICHIARANO L'ABORTO UN CRIMINE CONTRO L'UMANITA'-ARTICOLI CHE SPIEGANO CHE IL FETO E' UNA PERSONA DOTATA DI UN'ANIMA SPIRITUALE.

giovedì 29 luglio 2010

PADOVA: DONNA ABORTISCE AL SESTO MESE-VERO INFANTICIDIO

TG.COM

Figlia medico abortisce sesto mese
29/7/2010

Padova, la donna temeva malformazione
Temeva una malformazione al feto. Questa la motivazione che ha indotto una donna ad abortire al sesto mese di gravidanza, ben oltre i limiti di legge, nell'ospedale civile di Padova. La ragazza, figlia di un chirurgo, nei primi giorni di luglio, aveva scoperto da un'ecografia fatta a Bologna che il nascituro avrebbe riportato delle anomalie. La Procura ha aperto un fascicolo per fare luce sul caso.


L'analisi morfologica compiuta sul feto a Padova, a quanto pare, non aveva indicato anomalie. Ma dopo l'esito dell'ecografia fatta a Bologna, presa dal terribile sospetto, la donna si è presentata al ginecologo della divisione padovana, chiedendo di poter abortire e affermando di essere alla 22/a settimana (perciò entro i termini per un aborto terapeutico).

Ad interruzione eseguita, è stato poi l'anatomopatologo che ha esaminato il corpicino ad accorgersi che il feto, tra l'altro perfettamente sano, non poteva avere solo 22 settimane. Così è scattata la segnalazione del primario della divisione, Daria Minucci, alla magistratura, che porterà ginecologo e paziente davanti ai pm. L'ipotesi di accusa potrebbe essere di interruzione volontaria di gravidanza oltre i termini previsti dalla legge 194.



http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/articoli/articolo487482.shtml

venerdì 23 luglio 2010

La nuova legge sull’aborto in Spagna

La nuova legge sull’aborto in Spagna
Mercoledì 21 Luglio 2010 16:43

CR n.1152 del 24/7/2010

In Spagna, nel mezzo di una gravissima crisi economica e sociale, il governo socialista del leader Luis Zapatero ha inflitto al Paese un ulteriore durissimo colpo alla civiltà della vita. Dal 5 luglio è entrata in vigore la nuova normativa di riforma sull’aborto, che de facto rende lo stesso una banalissima pratica sciolta del tutto da ogni vincolo etico-morale di rispetto per la persona.

La legge del 1985 che depenalizzò l’aborto in Spagna, rendendo un diritto quello che fino ad allora era un delitto, prevedeva l’autorizzazione solo nelle ipotesi di malformazione del feto, gravi rischi per la salute psichica o fisica della madre, violenza sessuale. Questi pochi scrupoli di coscienza del legislatore sono stati spazzati via dalla riforma Zapatero, che sta suscitando una forte alzata di scudi in tutto il Paese, Partito Socialista compreso, a causa della evidente aggressività a-morale di stampo radicale eugenetico che la legge presenta.

Vediamo i punti cardine succintamente. Con la nuova legge si alza la soglia, fino a 14 settimane, entro cui la donna sarà assolutamente libera di scegliere la soppressione del feto. In caso di malformazione del feto, sarà possibile l’aborto fino alla 22ª settimana. Addirittura, sfidando il ragionevole margine di errore della diagnostica clinica, la legge prevede che – ove venisse diagnostica una patologia incurabile o «incompatibile con la vita del feto» – sarà eliminato ogni limite all’aborto. Ma il punto ancora più preoccupante – per lo sfaldamento di ogni vincolo solidaristico e pubblico della legge – è il fatto che le minorenni, dai sedici anni in su, sono autorizzate ad abortire liberamente, senza più la necessità del parere vincolante dei genitori, ma dietro una mera comunicazione agli stessi: in altri termini, se per un verso il diritto civile ritiene il minorenne privo della capacità giuridica di agire per il semplice acquisto di un bene od una normale transazione patrimoniale – proprio in quanto minore – per converso lo ritiene pienamente capace di agire laddove disponga la soppressione di una vita umana. La disumana aggressione di questa riforma ai pilastri giuridici della tutela della persona ha portato ad una sollevazione dell’opinione pubblica a più livelli.

In Parlamento il Partito Popolare ha già sollevato un’eccezione di illegittimità costituzionale della legge e si auspica la sua possibile sospensione in via cautelare: infatti la Corte Costituzionale spagnola già con sentenza del 1985 aveva creato un precedente affermando che la vita del non nato (sic) sia un bene giuridico costituzionalmente protetto dall’art.50 della Costituzione, Magna Carta spagnola. La liberalizzazione del’aborto fino a 22 settimane lascia praticamente il bimbo in grembo privo di protezione, alla mercè della libertà assoluta della madre.

A livello regionale – essendo la Spagna un Paese che al pari dell’Italia ha introdotto una forte autonomia legislativa e amministrativa alle Generalitat (Regioni, ndr) – la Navarra ha già presentato ricorso costituzionale contro la riforma Zapatero.

A livello sanitario diverse associazioni che rappresentano i medici contestano al governo il peso insopportabile di una responsabilità che non intendono assumere, ovvero la decisione di sopprimere il feto, in luogo dei genitori o in presenza di malformazioni gravi che pregiudicano la vita.

Infine, la dichiarazione di principio della riforma Zapatero, secondo cui l’aborto rientra nei diritti fondamentali della persona, apre un gravissimo vulnus giuridico nel sistema occidentale, e ripropone una questione dirimente che troppi legislatori e politologi – anche e purtroppo nel mondo cattolico – affrontano con evidente disagio se non ritrosia: la affermazione forte e chiara del rapporto necessario tra norma e morale nello Stato laico.





http://www.agerecontra.it/public/press/?p=5272

lunedì 26 aprile 2010

Cosenza, feto sopravvive all'aborto

26/4/2010 (13:4) - IL CASO
Cosenza, feto sopravvive all'aborto

Il cappellano si è accorto
che il corpicino respirava
COSENZA
Ha cessato di vivere nella notte, intorno alle 3, il corpicino del piccolo di 22 settimane che era sopravvissuto ad un aborto terapeutico sabato nell’ospedale di Rossano (Cosenza). Qui si era recata la giovane che, come raccontano oggi i quotidiani «Gazzetta del Sud» e «Calabria Ora», alla sua prima gravidanza aveva però deciso di interromperla per la presenza di una malformazione del nascituro, il cui quadro clinico era assai grave anche per via delle 22 settimane di gestazione.

Tutto sembrava essere andato secondo programma. Ma ieri mattina il cappellano dell’ospedale, che si era recato a pregare sul feto, si è invece accorto che questo aveva ancora il cuore che batteva. Allertati i sanitari, il corpicino, di appena 300 grammi, era stato trasportato al nosocomio di Cosenza. Inutili però i tentativi di tenerlo in vita.

Gli agenti del commissariato di Rossano hanno già acquisito la cartella clinica e nelle prossime ore saranno ascoltati i medici che hanno effettuato l’intervento di interruzione di gravidanza. In particolare gli inquirenti stanno cercando di accertare se ci sono state negligenze, da parte del personale medico, che avrebbe dovuto accertarsi del decesso subito dopo l’interruzione di gravidanza.
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/cronache/201004articoli/54456girata.asp