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lunedì 28 aprile 2008

DIMINUISCE L'ABORTO-AUMENTANO GLI OBIETTORI

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23 aprile 2008
Diminuiscono gli interventi
Obiettori l'83% dei ginecologi: aborto negato
Raddoppiati in 4 anni. Aumentano anche gli anestesisti contrari. La Campania ha il tasso minore di aborti dopo la 12esima settimana


NAPOLI — Aborto sempre più difficile in Campania. Negli ultimi quattro anni è raddoppiato il numero dei ginecologi che si dichiarano contrari alle interruzioni di gravidanza. Si tratta del più alto tasso di medici obiettori di coscienza: l'83%. La media nazionale è invece del 69,2% (contro il 58,7% del 2003). La percentuale campana è seconda solo alla Sicilia che detiene il record dell' 84%. Un dato che fa riflettere, se si considera che nel 2003 in Campania solo il 44,1% dei ginecologi si dichiarava contrario all'interruzione di gravidanza. In aumento il numero degli obiettori anche tra gli anestesisti: dal 40,4 al 73,7% e nella categoria del personale non medico, dal 41,1 all'84,3%. Ieri, martedì 22, la ministra della Salute Livia Turco ha trasmesso al Parlamento la relazione annuale sull'attuazione della legge 194 del 1978, contenente le «Norme per la tutela sociale della maternità e per l'interruzione volontaria di gravidanza », presentando i dati del 2007.
In tutt'Italia diminuisce il numero degli aborti del 3% rispetto al 2006 (nell'anno appena trascorso sono state 127.038 le interruzioni gravidanza) e la Campania rispecchia la media nazionale: 11.687 gli aborti nel 2007, con un tasso di abortività del 7,9% (su un campione di 1000 donne dai 15 ai 49 anni). Continuano a diminuire gli aborti tra le donne italiane, mentre si incrementano quelli delle straniere (più 4,5% rispetto al 2005). Il tema delle interruzioni di gravidanza torna quindi al centro dell'attenzione, a poco più di due mesi dalle polemiche scaturite dal blitz della polizia nella clinica ostetrica del secondo Policlinico di Napoli, durante l'aborto terapeutico di una donna alla ventunesima settimana. La Campania, però, è anche la regione con la più bassa percentuale di aborti dopo la dodicesima settimana: solo 0.4%, mentre la media nazionale è del 2,9%.
Ma perché aumentano gli antiaboristi? «Nonostante ci siano sempre meno medici cattolici nella nostra regione — risponde Giovanni Di Minno, direttore generale dell'Asl Napoli 1 — sempre più ginecologi scelgono di non interrompere le gravidanze. Ci sono altre spiegazioni ». Il docente di medicina interna della Federico II ammette anche che: «In realtà la legge 194 non è mai stata applicata del tutto. Qui da noi, così come nel resto d'Italia. La rete di assistenza alle donne deve essere ancora realizzata e la formazione per i medici e per gli infermieri non é ancora partita in maniera seria».
Qualche giorno fa il manager ha tenuto una riunione con la ginecologa Rosetta Papa, responsabile dell'area di Coordinamento Materno-Infantile dell'Asl Na1 per affrontare il problema con nuovi provvedimenti. I dati del ministero confermano il dramma degli aborti illegali: quindicimila nel 2005. L'Istituto Superiore di Sanità lancia l'allarme contando che ci sono almeno 55 aborti clandestini ogni giorno. Dopo l'intervento della Turco, ora la parola passa alle Regioni. La ministra ieri ha ribadito che: «La relazione è uno strumento istituzionale per indirizzare coerentemente le scelte programmatorie territoriali, con la raccomandazione di rafforzare prevenzione e formazione». Inoltre le donne che in Campania scelgono di interrompere la gravidanza secondo la legge 194 s'imbattono in altri ostacoli. Disorganizzazione della rete dei consultori familiari e carenza di strutture sanitarie specializzate.
Alessandra Barone
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